Gruppo giovanile: dalle nostre riunioni

 


 

Riunione del 20/11/21: Dio al centro

Passo di riferimento: 2 Samuele 6:1-15

Al momento della costruzione dell'arca del Signore, Dio aveva dato ogni sorta di istruzione sia riguardo alla sua costruzione sia riguardo al suo trasporto.
Il popolo vi era molto legato perché era il trono di Dio in mezzo a loro.
Davide era da poco stato incoronato re, in quel momento si ferma a riflettere su tutto ciò che era successo nella sua vita e realizzato che era tutto accaduto per un piano del Signore.
Dunque, per rafforzare il concetto che il Signore gli era stato sempre accanto, decide di far spostare l'arca fino a Gerusalemme, perché l'arca doveva continuare ad essere il centro della vita di Israele.

Allo stesso modo, noi dobbiamo imparare a mettere il Signore al centro dei nostri pensieri e della nostra vita, non dobbiamo accontentarci di averLo vicino, ma dobbiamo custodirLo al centro del nostro cuore, perché ogni progetto buono è per grazia di Dio.
Tuttavia, nel trasporto, l'arca inizia a vacillare, Uzza cerca di sorreggerla e muore, perché Dio aveva ordinato che l'arca potesse essere trasportata a meno da soli sacerdoti, dunque certamente non su di un carro.
Davide voleva portare Dio al centro, ma con i suoi progetti e idee, che non erano previsti dalla parola di Dio.

Quante volte ci capita di incastrare Dio nelle nostre convinzioni, dimenticando che “i Suoi pensieri sono più alti dei nostri”, ostacolando la guida del Signore nella nostra vita, privandoci della benedizione che Lui ha in serbo per noi, semplicemente perché siamo spaventati da ciò che il Signore è in grado di fare, esattamente come Davide aveva paura di portare l'arca a Gerusalemme a seguito di quell'episodio.
Finiamo per non essere più allineati con la volontà di Dio e con l'avere paura del nostro futuro.

Continuando la lettura del passo, si evince che la casa di Obed-Edom iniziava ad essere benedetta, la cosa non sfuggì al re Davide, il quale decise di rivalutare i suoi pensieri e infine di trasportare l'arca a Gerusalemme, ma questa volta come previsto dalla parola del Signore.
All'arrivo dell'arca, Davide era pieno di gioia e non poteva fare a meno di danzare con tutte le sue forze davanti all'arca, senza curarsi di ciò che potessero pensare quelli che lo circondavano.
Quando vi è un sano bisogno di Dio e allineamento alla Sua parola, cambiano le nostre prospettive e non si ha paura del giudizio esterno.
Davide era sé stesso davanti a Dio e non poteva trattenersi davanti a Lui, perché ora il Signore era al centro della sua vita.

Lo Spirito Santo ci esorta a non costringere Dio nei nostri pensieri, bensì a costruire i nostri pensieri attorno a Dio. Apparentemente, il risultato potrebbe essere lo stesso, cioè che Dio si trovi ugualmente al centro, ma è l'effetto che sarà diverso, perché ci sarà un'esplosione di gioia e benedizione nella volontà del Signore!!!

Riunione del 13/11/21: Camminare con Dio

Passo di riferimento: Genesi 5

E' stata analizzata la genealogia di Adamo arrivando a toccare in particolare la figura di Enoc. (Genesi 5: 21-24)
Enoc si trova in mezzo tra 2 uomini che hanno vissuto poco meno di mille anni(Iared e Metusela), suo padre e suo nonno, Enoc però ha vissuto relativamente poco, 365 anni, e successivamente è stato rapito da Dio.

Enoc non ha visto la morte e a differenza di tutti i suoi avi e della sua progenie capisce che per vivere davvero deve camminare con Dio. La nostra vita è un percorso che compiamo, facendo le nostre scelte e scordandoci la vera motivazione per la quale siamo qui. Noi siamo chiamati a servire Dio.

Non importa quanto tempo viviamo, conta come spendiamo la nostra vita, una vita spesa lontano da Dio non è vita, ma è la disperata ricerca di colmare un vuoto che ha la forma di Dio. Metusela visse 969 anni, la sua vita fu lunga, ma come la sua famiglia non ha realizzato le benedizioni di Dio. Così anche noi dobbiamo scegliere ogni giorno come spendere la nostra vita per Dio, cercando di seguire al meglio il suo piano per noi.

Camminare con Dio significa essere come dei bambini che si affidano al padre per imparare a camminare, e nonostante le loro cadute si lasciano rialzare. Ma come avviene nell'adolescenza spesso ci sentiamo autosufficienti e ci ribelliamo al piano che il Signore ha preparato per noi. Ma il Signore con la sua pazienza ci ama e ci aspetta, e come Enoc continuò a camminare con Lui anche noi vogliamo lasciare le nostre ribellioni e il nostro orgoglio e avere piena fiducia in Lui.

Dio avrebbe potuto lasciare che Enoc continuasse a vivere e a portare il suo messaggio ma decise di rapirlo, perché il Signore ci ama e sa quello che è buono per noi e mantiene le Sue promesse e come Enoc chiese a Dio di non passare per la morte il Signore ci ama ed esaudisce i nostri desideri secondo la Sua volontà.

Dio ti benedica!

Riunione del 06/11/21: E voi chi dite che io sia?

Passo di riferimento: Matteo 16:15

In questo passo del Vangelo di Matteo, troviamo Gesù rivolgere delle domande ai suoi discepoli.
Prima chiede a loro cosa gli altri pensino di lui, e poi li rivolge personalmente la sua domanda..quando Pietro riconosce in lui il Cristo, Figlio del Dio vivente, Gesù lo benedice e gli dice che non la carne e il sangue, non la mente, le intuizioni, il pensiero, le emozioni o i sentimenti, gli hanno rivelato e fatto realizzare questo, ma Dio stesso, attraverso lo Spirito Santo.

Ci sono tre domande che possiamo farci per riflettere su questo passaggio.

Cosa gli altri pensano di noi? Nella società, a scuola, al lavoro, tra amici, ognuno di noi ha un'immagine, un comportamento, ed il giudizio degli altri può influenzarci, può toccarci, può incoraggiarci o deprimerci, può non corrispondere a ciò che siamo dentro, come può incoraggiare gli altri a credere in Dio se chiediamo a Lui la guida e ci facciamo modellare in ogni piccolo aspetto.

Cosa noi pensiamo di noi stessi? a volte siamo giudici di noi stessi..ci guardiamo allo specchio e pensiamo di essere insufficienti, ci svalutiamo, non ci vediamo in grado di fare
nulla, non ci sentiamo all'altezza, ci vediamo pieni di difetti e ci confrontiamo con gli altri.

Cosa Dio pensa di me?
Questa è la domanda più importante che dobbiamo porci e alla quale troviamo risposta nella Bibbia.. per Dio siamo unici.
Siamo stati creati da Lui, non siamo semplicemente frutto di genetica e di caratteristiche dei nostri genitori, ma Dio ci ha creati unici, con delle caratteristiche speciali, con dei talenti, anche se in questo momento non li scorgiamo o ci sembrano inutili.
Dio ci ha amati e ci ama così tanto, che ci ha dato un grande valore, al punto da far morire suo figlio per noi, affinché con il suo sacrificio la nostra vita, la nostra anima, il nostro cuore, la nostra relazione con lui venissero recuperate, non perdute.

Dio ci dice che siamo amati, che siamo preziosi, che ha un piano e un progetto unico, creato per noi, per realizzare le sue benedizioni e vita in abbondanza, e ce lo fa realizzare nel cuore grazie allo Spirito Santo, che dona a noi senza condizioni, senza meriti, ma per grazia, semplicemente quando gli rispondiamo di sì e gli apriamo il cuore..

Che tu possa realizzare dentro il tuo cuore, cosa Dio pensa di te e vivere la pace, la gioia, l'amore che solo da Lui provengono.

Dio ti benedica!

Riunione del 30/10/21: La gioia è un'emozione o una posizione?

Passo di riferimento: Salmo 126

Nel versetto 3 del Salmo 126 è scritto: "Il SIGNORE ha fatto cose grandi per noi,
e noi siamo nella gioia", dunque la gioia è una posizione, che ognuno può acquisire in Cristo.

La gioia è un frutto dello Spirito, perché se fosse guidata dalle circostanze esterne sarebbe momentanea e destinata ad esaurirsi, mentre in Gesù, nonostante gli eventi spiacevoli si possono avere motivi di gioia. In che modo?

Accettando Gesù come personale Salvatore.
Tuttavia, nel nostro cammino cristiano ci sono delle "pietre" che ci fanno inciampare e ci fanno dimenticare che in Cristo abbiamo gioia, si tratta di:


- PECCATO, il quale ci porta ad una condizione di senso di colpa, che ci fa distogliere da ciò che Dio ha fatto per noi;
- RANCORE/RISENTIMENTO, che ci fa provare sentimenti spiacevoli, che ci fanno allontanare dal Signore;
- FIDUCIA MAL RIPOSTA, perché quando essa è riposta in noi stessi o atteggiamenti religiosi, non potrà durare a lungo, in quanto non sono le opere a mettere la nostra coscienza apposto, ma lo è il Signore, che è fedele e non viene mai meno;
- CORREZIONE, spesso quando il Signore ci riprende ci mettiamo sulla difensiva, ma Egli lo fa per la nostra crescita spirituale. La correzione non porta subito gioia, ma Lui corregge chi ama;
- PROVA, soprattutto quando protratta nel tempo e se si è incompresi dagli altri, in quanto si corre il rischio di pensare che il Signore non ci ami. In realtà, Lui prova i suoi figlioli per poterli forticare, ma non lo fa mai oltre le loro forze.

Come possiamo restare nella gioia?
Guardando alla meta finale, perché ciò che c'è sulla terra può gratificare, ma avremo comunque dei turbamenti, mentre la nostra gioia è in cielo, dove staremo alla presenza di Dio per l'eternità.

Dio ti benedica.

Riunione del 23/10/21: Accolti per accogliere

Passo di riferimento: Luca 10: 25-37

Oggi riflettiamo sulla ben nota parabola del buon Samaritano: un Giudeo, che scendeva da Gerusalemme a Gerico, venne aggredito da dei briganti che lo spogliarono di ogni bene, lasciandolo moribondo sul ciglio della strada. Un sacerdote ed un levita lo videro, e passarono oltre, ma un samaritano ne ebbe pietà, lo soccorse e se ne prese cura.

Il racconto di questa parabola nasce dalla domanda fatta a Gesù da un fariseo: “Chi è il mio prossimo?”. Questo passo ci ricorda che per primo Gesù, quando eravamo soli e perduti sulla via dell’iniquità, spogliati di ogni speranza e derubati della pace del cuore, non è passato oltre ignorando il nostro grido di aiuto. Egli ci ha soccorsi, ha guarito le nostre ferite, e ci ha condotti nella locanda più vicina, la Chiesa, casa del Signore.

Quanto più chi ha sperimentato questa immensa Grazia è chiamato, in questo giorno, a fare altrettanto con chi è nel bisogno fisico e spirituale, annunciando le opere meravigliose di Dio: “Va’ e fa’ la stessa cosa” (v.37) disse Gesù.

Se dovessi sentirti solo/a e abbandonato/a, ricorda che Gesù è ancora oggi il tuo buon Samaritano, rivolgiti a Lui, Egli osserva la tua vita ed è pronto ad intervenire dove ti trovi.

Dio ti benedica!

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