Gruppo giovanile: dalle nostre riunioni

 


 

Riunione del 6/3/21: l'amore che Dio ha per noi

Testo biblico di riferimento: Giovanni 13: 1-17

L'amore è la cosa più importante, è tutto.

Che cos'è l'amore? È un sentimento che ci spinge a fare del bene agli altri, ma in primis è un frutto dello spirito infatti, esso deriva da Dio. Ma amare non è ricevere é dare, come Giovanni 3:16 ci attesta Gesù si è donato completamente per noi. L'amore è il primo vero comandamento infatti esso è tutto, quello che Dio vuole vederne nei suoi salvati è quello che lui ci dà, è quello che porterà frutto dentro di noi. Marco 6:4 infatti dice che Dio ama diversamente dal mondo, infatti il sentimento di quest'ultimo finisce è superfluo quello che Dio ci dà invece è un miracolo, è infinito.

Gesù avendo amato i suoi che erano nel mondo li amò fino alla fine, fino in fondo. La vita di Gesù è stata un susseguirsi di gesti d'amore. Con questo passo il Signore voleva dare un ultimo insegnamento ai discepoli. In quei tempi un servo pagano poteva pulire i piedi degli ospiti quando il padrone di casa glielo chiedeva, però in quel momento il padrone di casa era Gesù e decide di lavare i piedi sporchi dei discepoli e compie un gesto estremamente umiliante. In Filippesi ci viene detto che Gesù fin dall'inizio ha lasciato il suo regno per mostrare a noi il Suo amore, Gesù si abbassa al nostro livello arriva a toccare ogni parte di noi.

Secondo Pietro Gesù non doveva compiere quel gesto, cosa significa per un credente amare fino in fondo? Amare significa dare agli altri fino alla fine, servire con reciproca umiltà, con amore. Noi come chiesa dove siamo risposti ad arrivare? La chiesa deve essere disposta a piegarsi per dare amore, infatti l'amore tollera, sopporta, sopporta ogni cosa. L'amore è qualcosa che agisce al presente, senza fare i calcoli o pretendere qualcosa in cambio,
Gesù si abbassa e lava i piedi a noi.
Per amare Dio bisogna essere umili, non amo i fratelli perché devo ma perché posso amare fino alla fine. Mi ami tu? Con tutto te stesso ecco la risposta che Dio diede ai suoi discepoli, servirsi gli uni gli altri con tutto loro stessi, se sapete queste e le mettete in pratica sarete beati. Se noi non dimostriamo tutto l'amore che Dio ha messo in noi siamo ipocriti perché lui ha compiuto un miracolo nella nostra vita, però noi dovremmo dimostrarlo agli altri. Amare coloro che ai nostri occhi non lo meritano è un nostro dovere. Ogni giorno nella nostra vita dobbiamo affrontare difficoltà, problemi e camminiamo in mezzo al peccato. Però Gesù ci viene a lavare i piedi proprio in quei momenti in cui non ci possiamo scrollare quella polvere che si è attaccata sui nostri sono i calzari. Ricordiamoci che se Dio si è abbassato fino a noi, noi dobbiamo abbassarci ancora di più verso coloro che non hanno ancora sperimentato l’amore di Dio, e dar loro l'amore che non ricevono dal mondo.

"Dio tu sei troppo grande, io sono immeritevole." Quante volte abbiamo pensato queste cose e così fu anche per Pietro, se tu non accetti questo amore questo amore pazzo.

Se tu non lo accetti non potrai mai capire l'amore che Lui ha per te. Una volta compreso l'amore di Dio chiedi di essere lavato tutto, completamente con il Suo sangue grazie al Suo sacrificio, non solo i piedi, non solo le mani, ma tutto te stesso. Perché solo dando amore agli altri potrai dare la testimonianza che Dio vuole che tu dia.

Mostra amore, dai amore. Dio ti benedica!

Riunione del 27/02/21: prendi il largo e getta le reti

Passo di riferimento: Luca 5:1-10

Simon Pietro ed altri discepoli avevano passato tutta la notte a pescare ma senza ricavarne nulla, si erano affaticato molto con scarsi risultati. E mentre erano lì a riva che lavavano le reti vuote, si avvicinò Gesù. Egli salì sulla barca di Pietro, gli chiese di scostarsi un poco da riva e parlò alla folla. Poi disse a Pietro: «Prendi il largo, e gettate le reti per pescare».

“Prendi il largo” significa “allontanati da terra”, cioè lascia le cose terrene ed ubbidisci al comando di Gesù. I discepoli erano molto scoraggiati, tuttavia decisero di dare ascolto alla parola di Gesù e per fede gettarono le reti. Ecco che quasi non riuscivano a tenere a galla le barche per quanto pesce veniva tirato su.

Gesù chiese a Pietro di allontanarsi da riva perché non voleva semplicemente provvedere al suo bisogno materiale ma desiderava avere comunione intima con lui, conoscerne le paure, i pesi e diventarne partecipe. In conclusione, davanti al miracolo, Pietro riconosce di essere un peccatore e si ravvede.

Anche con noi Dio vuole una relazione che non sia solo una lista di bisogni e desideri, ma una comunione profonda che ci porti a realizzare la potenza del Signore dopo esserci riconosciuti mancanti e insufficienti. La vicenda si conclude con Gesù che si rivolge a Pietro dicendo: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».

Ed essi, tratte le barche a terra, lasciarono ogni cosa e lo seguirono. Possa anche tu ricercare questo per te ed i tuoi cari. 

Dio ti benedica!

Riunione del 12/12/2020: per fede

"Per fede Mosè, fattosi grande, rifiutò di essere chiamato figlio della figlia di faraone" (Ebrei 11:24)

Ogni scelta che Mosè compie, come descritto nella lettera agli ebrei, è preceduta da questa precisa motivazione : "per fede". La scelta di rifiutare i piaceri del peccato, di preferire di essere maltrattato con il popolo di Dio, deriva dalla fede. Una fede che Dio aveva messo nel suo cuore fin da quando era un neonato. Egli fu tenuto nascosto alla sua nascita, a causa dell'editto del re d'Egitto di uccidere tutti i maschi che fossero nati tra gli Israeiliti, e durante quel periodo sua madre pregava per Lui, sussurrava al suo cuore dell'amore di Dio, gli cantava dei canti di pace e di gioia, formando nel suo cuore la consapevolezza di Dio. Una consapevolezza che è diventata fede quando Mosè, fattosi grande, iniziò a compiere delle scelte dettate dai suoi sentimenti per Dio e per il suo popolo. Egli aveva nel suo cuore pesato la gloria terrena di essere considerato un figlio della figlia del faraone (una gloria ambita e considerata preziosa al tempo, perché gli egiziani erano la punta della cultura e della potenza militare, nessuno era superiore a loro in questi ambiti) con la gloria celeste di essere un figlio di Dio, amato, erede della vita eterna in Lui. Quando noi pesiamo queste due cose capiamo che Dio non è contro il piacere, non vuole svuotarci di noi stessi, non vuole costringerci a lasciare tutte le nostre passioni, le nostre ambizioni e i nostri desideri, ma vuole donarci la gioia immensa della vita eterna, le sue benedizioni, la pace vera che deriva dalla riconciliazione con Lui..il piacere terreno ha un termine, la vita eterna dura per sempre. Mosè aveva compreso questo e tutte le scelte che fece, le fece perché Dio era con Lui e rinforzava la sua fede. Dobbiamo pesare ciò che davvero ha importanza nella nostra vita e fare come Mosè, scegliere per Dio..se vivessimo soltanto per le cose di questa vita terrena, andremmo a privarci di tutto il piano meraviglioso e glorioso che Dio ha per noi, sia nella vita terrena, che nella vita eterna. Dio chiese a Mosè di esercitare la sua fede anche davanti al Mar Rosso, dove gli egiziani erano ormai vicini ad attaccare il popolo di Dio, e loro non potevano né andare avanti né indietreggiare. Dio lo fa ancora oggi con noi..ci chiede di esercitare la nostra fede davanti al nostro Mar Rosso..una situazione, un avversità, un sentimento, anche il nostro stesso carattere e la nostra personalità..Egli ci chiede di avere fiducia in Lui e di esercitarla, di stendere il bastone sulle acque, perché sarà Egli stesso ad aprirle e a farci passare come su terra asciutta, cantando canti di libertà e di gioia una volta arrivati all'altra riva. Che tu possa esercitare la tua fede in Dio e possa insieme a Lui attraversare le acque come su terra asciutta.

Dio ti benedica!

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