Gruppo giovanile: dalle nostre riunioni

 


 

Riunione del 12/10/24: Dio è Dio nonostante noi

Lettura di riferimento I Re 19:1-8

Ognuno di noi durante la sua vita vive alcuni periodi, belli ma anche più dolorosi che se non riconosciuti e "presi in tempo" possono scatenare un effetto domino.
Nella riflessione di oggi esamineremo tre condizioni che l'essere umano può vivere e prenderemo spunto danalcuni personaggi descritti nella Bibbia.


1. Depressione: deviazione del tono dell' umore in senso malinconico; difficoltà di pensiero e di concentrazione; grave riduzione dell' efficienza fisica e spirituale; abbattimento, avvilimento. L'uomo che ci introduce in questa condizione è Elia. Era un uomo di Dio, amato, gradito e stimato da Lui.
Era l'unico profeta rimasto e da tempo ormai stava lavorando ininterrottamente sia fisicamente (andando e correndo dove Dio li diceva; ricostruendo l'altare ecc.) sia mentalmente e spiritualmente (lottando contro i 450 profeti di Baal) e preso dalla troppa stanchezza, manca di riflessione, perde lucidità e impauritio dall'affronto che Izebel gli aveva fatto, scappa nel deserto chiedendo a Dio di farlo morire, vive così una sorta di depressione.


Elia rappresenta noi quando lavoriamo tanto non solo fisicamente ma anche spiritualmente (es. svolgendo un servizio in chiesa) e presi dalla stanchezza non riusciamo più a rendere; non riusciamo più a pregare, a testimoniare. Questo non perché siamo meno spirituali ma perché guardiamo troppo alle nostre debolezze facendoli diventare dei fallimento dandogli un'importanza che non hanno. Per chi ha un carattere perfezionista questo è sinonimo di delusione, frustrazione.
Elia, durante la notte viene svegliato da un angelo che gli dette da mangiare e stette con lui fino a quando mangiò e gli ricordò quello che doveva fare per Dio.


Dio non lo ha giudicato, si è avvicinato a lui, ha aspettato il tempo necessario affinché Elia fosse riposato.
Dio è sempre lo stesso e come fece con Elia fa con noi oggi; non ci allonta da Lui quando noi stiamo male anzi, si avvicina, ci mette in libertà do aprirci, di metterci a nudo per poter ricominciare.
Quando non riconosciamo di essere depressi potrebbe verificarsi una seconda condizione, la disubbidienza.


2. Disubbidienza: omettere di eseguire un ordine o una disposizione; o agire in modo contrario a quanto è stato prescritto.
Giona è l'esempio di disubbidienza per eccellenza.
Anche lui era un profeta chiamato da Dio per predicare agli Assiri nel paese di Ninive che, se non si fossero ravveduti, Dio li avrebbe distrutti.
Giona scelse di non ubbidire a Dio andando dalla parte opposta attraverso una barca pagando il biglietto (le scelte sbagliate hanno sempre un prezzo da pagare!). Mentre Giona era nella barca dormendo profondamente ci fu una tempesta che portò il resto dell'equipaggio ad incollarlo per l'accaduto.
Così come Giona, anche noi quando viviamo in una situazione difficile dove oltre alla depressione non conosciamo le scelte che Dio ha per noi e per gli altri, prendiamo scelte sbagliate che possono portarci lontano da Dio disubbidendogli.
Giona comprese il suo errore e chiese perdono a Dio che lo usó per parlare a quelle 120mila persone portandole al ravvedimento impedendo così la distruzione della città.


Quando noi ci rendiamo conto di star percorrendo una strada che dispiace a Dio, fermiamoci, chiediamo perdono a Dio che è rimasto accanto a noi e torniamo a Lui.


La terza condizione che può seguire la disubbidienza è la delusione.
3. Delusione: disagio morale predicato da un risultato contrario a speranza e previsi.
In questa condizione su trovavano i due uomini sulla strada di Emmaus, seguaci di Gesù, che, dopo la Sua morte non riuscivano a trovare, ad avere uno scopo. Gesù sapeva questo e sotto altre vesti si avvicinò a loro camminò con loro, parlò con loro, cenó con lorp. I due uomini riconobbero Gesù solo quando ebbe benedetto il pane a cena e ripieni di gioia tornarono a Gerusalemme per raccontare agli altri fratelli l'accaduto.


Gesù vede la nostra delusione che può essere dettata da circostanze o persone o da scelte diverse che Lui ha per noi, si avvicina e ci aiuta dandoci una seconda possibilità, camminando insieme a noi, ragionando con noi.
Qualunque circostanza stai affrontando: depressione, scelte che ti portano lontano da Dio, delusioni da parte degli uomini o nei confronti di Dio, Lui cammina sempre accanto a te. Svegliati, rialzati, dagli la mano e cammina con Lui perché, nonostante noi, Lui è sempre Dio.


Dio ti benedica.

Riunione del 11/05/24: Salmo 92

Passo di riferimento: Salmo 92

"Il giusto fiorirà come la palma, crescerà come il cedro del Libano" (verso 12)

Due sono le tipologie di piante che esamineremo: la palma e il cedro del Libano.
La palma ha un'altezza media di circa 40metri e ha un fusto molto resistente e stabile che è in grado di resistere ad ogni tipo di intemperie (temporali, venti ecc) questo perché ha delle radici disposte a raggiera che si intersecano tra loro e diventano robuste ancorandosi in profondità al terreno.


Una delle malattie che può intaccare la palma è la presenza di un parassita, un insetto chiamato punteruolo rosso. Questo, va ad intaccare il fusto della palma proliferando delle larve all'interno che vanno a succhiare la linfa andando ad indebolire la struttura del fusto portandolo perfino alla morte se non ci si accorge della sua presenza che non è visibile ad occhio nudo.
Le palme in base alla loro specie e xlima producono una grande varietà di frutti. Sono delle piante sempreverdi che vivono all'incirca 120 anni.


Il cedro del Libano ha un'altezza di circa 60 metri; da esso possono essere estratti degli olii preziosi. Il suo legno viene utilizzato come sostegno di strutture in quanto molto solido e pregiato.
La vita cristiana è paragonabile alla fioritura di una palma. Se siamo ancorati a Dio, se le nostre radici sono in Lui, se costruiamo la nostra casa sulla roccia, anche con le situazioni più avverse, più difficili (malattie, delusioni, preoccupazioni ecc.) non ci spezzeremo, ci potremmo piegare ma mai spezzare perché le nostri basi sono solide in Dio.


Come la palma è esposta al parassita che può infettarla ed indebolirla così la nostra vita è esposta a cattive abitudini, cattivi pensieri, modi di fare sbagliati che coltiviamo nella nostra testa, nel nostro cuore iniziando a dubitare così di ogni cosa, delle persone che ci circondano, di quello che Dio può fare nella nostra vita, dell' autorità di Dio. Se questa è la tua condizione, vai a Dio, apri il tuo cuore a Lui, non permettere al parassita di prosciugare la linfa di vita che scorre in te.
Crescendo con Dio possiamo portare frutto nella nostra vita e in quella di chi ci circonda attraverso le nostre azioni, le nostre parole.
L'altezza del cedro è paragonabile alla nostra estensione verso a Dio, all'essere più vicino a Lui, nel vedere le cose da una prospettiva diversa.


Attraverso la nostra unione con Dio possiamo essere delle colonne portanti, resistenti, grazie anche al profumo di Cristo che emaniamo. Ognuno di noi può essere giusto se fa la volontà di Dio, se segue le Sue vie, se è disposto ad aprire il suo cuore a Lui. Solo così potremo fiorire come la palma rafforzandoci,mettendo le nostre radici in Dio e crescere come il cedro emanando il Suo profumo attraverso la nostra vita, essendo d'esempio per chi ci circonda avendo così la vita longeva, eterna che ha il cedro.

Riunione del 27/04/24: Vita autentica

Passo di riferimento: Efesini 1

L'apostolo Paolo, tramite questa lettera alla chiesa di Efeso ci permette di riflettere e analizzare diverse cose.
Ci ricorda, prima di tutto, che abbiamo la possibilità di essere benedetti di ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo.
In Lui, e per mezzo di Lui, abbiamo soprattutto la possibilità di viverle appieno nella nostra vita.

Spesso, però, la nostra vita non sembra quella di una persona che vive o ha accesso a tali benedizioni, forse perché le circostanze o le difficoltà ci hanno distolto lo sguardo da esse, facendocelo abbassare sulle cose terrene e sulla nostra carnalità.
Ma è bello considerare che Paolo scrive questa lettera dall'interno di una prigione.
Incredibile, no?

Egli viveva queste benedizioni e questa gioia all'interno di una cella dura e buia. La domanda che ci staremo ponendo probabilmente è: come possiamo fare a vivere questa vita spirituale autentica anche nelle difficoltà? Come possiamo considerare le benedizioni spirituali, quando intorno a noi va tutto a rotoli?

La risposta la troviamo al versetto 18 di questo capitolo, nella preghiera di Paolo: "Egli illumini gli occhi del vostro cuore".
Qui non intende il cuore come il posto dove risiedono i nostri sentimenti, ma, come il centro del nostro pensiero. Infatti, se Dio illumina e rinnova gli occhi della nostra mente, di conseguenza il nostro modo di pensare, di intendere e di vedere le cose sarà diverso. Potremo, in questo modo, vivere una vita spirituale autentica anche nel bel mezzo della prova.

La nostra preghiera, come quella di Paolo, è che Dio possa illuminare completamente gli occhi del nostro cuore, e Dio lo fa, quando noi ci apriamo e spendiamo del tempo di qualità quotidianamente alla sua presenza.

Riunione del 20/04/23: Un giovane poco conosciuto che vale la pena conoscere

Passo di riferimento: Atti 23:12-22


Durante la riunione di questo sabato, è stato presentato un giovane che viene citato dalla Bibbia solo in questi versi: il figlio della sorella di Paolo. Questo ragazzo, di cui non si sa altro, sente udire di una congiura ordita dai Giudei ai danni dell’apostolo Paolo e prontamente corre da lui, alla fortezza in cui era tenuto prigioniero, per avvisarlo di questo pericolo.


Guardando ai pochi versi in cui ci viene presentato l’animo di questo giovane, possiamo certamente essere colpiti da alcune sue caratteristiche:


- La naturalezza e la fermezza con cui decide di lasciare ogni cosa e correre, d’urgenza, ad avvertire suo zio di un grave pericolo.
- La singolare dedizione di un giovane che non teme per la propria sorte e non guarda alle possibili conseguenze negative della sua azione: agisce perché ha a cuore Paolo.
- Quando Paolo gli chiede di esporre il tutto davanti al tribuno, dimostra coraggio nell’andare a fornire un consiglio ed una indicazione ad un’autorità militare romana.


Questo è un giovane che vale la pena conoscere, perché ci insegna come l’amore per Dio e per la Sua opera ci devono portare ad essere impegnati nelle cose di Dio con gli stessi sentimenti: con naturalezza e non perché costretti, per amore di Dio e non guardando se convenga o meno. Soprattutto, Dio ci invita a camminare insieme a Lui con fede, perché capiterà di sentirsi troppo giovani e inesperti, davanti a situazioni troppo grandi.

Tuttavia, ricorda che è Dio che dona la forza per portare a compimento il cammino che Egli ha iniziato o desidera iniziare quest’oggi nella tua vita. Dio ti benedica!

Riunione del 06/04/24: Alza le tue mura

Passo di riferimento: Neemia 4:1-23

L'uomo di questo brano è Neemia, un giudeo, figlio di deportati in Babilonia in seguito alla conquista dei babilonesi su Gerusalemme. Neemia era al servizio del re e gli chiese di andare a Gerusalemme per ricostruire le mura della città, era un suo desiderio, un desiderio che Dio aveva messo nel suo cuore.

Con l'approvazione di Dio e quella del re, Neemia si recò a Gerusalemme dove si iniziò la ricostruzione delle mura. Durante il prosieguo dei lavori ci furono molti ostacoli da affrontare, i loro nemici tentarono in tutti i modi (minacce, beffe, oltraggi, disprezzo ecc.) di far cessare la costruzione delle mura, senza riuscirci.

Neemia e il popolo di Giuda che era coinvolto nella costruzione ebbero paura, ma questo non li fermò perché riponevano la propria fiducia in Dio ricercandolo sin dal primo l'ostacolo e, rimanendo uniti a Lui e tra di loro, riuscirono nel loro intento.

Questa vicenda è facilmente paragonabile alla nostra vita. Ognuno di noi ha un desiderio, una preghiera nel proprio cuore e quando non ne vediamo la realizzazione, il nemico ci attacca con dubbi, scoraggiamenti, paura e preoccupazioni che fanno vacillare, sgretolare quelle mura che abbiamo iniziato a costruire. Quando il nemico ci attacca facciamo come Neemia, andiamo a Dio, lasciamo a Lui le nostre richieste, i nostri pesi e confidiamo che tutto si adempirà secondo i Suoi tempi. È vero, i tempi di Dio non sono gli stessi per tutti, ma è proprio nell'attesa che dobbiamo essere più uniti a Dio, Lui ci ama, siamo la pupilla dell'occhio Suo e mai e vorrebbe farci del male.

Quando la paura e l'ansia prenderanno il sopravvento ricordiamo tutto quello che Dio ha fatto per noi, non dubitiamo mai del Suo intervento. Siamo nelle Sue mani e come un vasaio modella l'argilla per rendere ogni vaso unico e perfetto, così Dio farà con la nostra vita. 

Così, come noi, anche Neemia durante la costruzione delle mura ha dovuto compiere delle scelte, affrontare situazioni difficili, ha avuto paura e provato sgomento ma, la sua determinazione e fiducia in Dio lo hanno portato a realizzare il piano che Dio aveva per la sua vita. 

Con la stessa determinazione di Neemia, alza le mura tra te e quello che ti circonda (preoccupazioni, paura, scoraggiamento, ecc), continua a costruire la tua vita con Dio, ad essere al centro della Sua volontà, ad essere unito con Lui e con il Suo popolo, ad essere una sentinella pronta a difendere quelle mura con tutto il tuo cuore, così da essere pronto quando Dio ritornerà.

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