Gruppo giovanile: dalle nostre riunioni

 


 

Riunione del 11/05/24: Salmo 92

Passo di riferimento: Salmo 92

"Il giusto fiorirà come la palma, crescerà come il cedro del Libano" (verso 12)

Due sono le tipologie di piante che esamineremo: la palma e il cedro del Libano.
La palma ha un'altezza media di circa 40metri e ha un fusto molto resistente e stabile che è in grado di resistere ad ogni tipo di intemperie (temporali, venti ecc) questo perché ha delle radici disposte a raggiera che si intersecano tra loro e diventano robuste ancorandosi in profondità al terreno.


Una delle malattie che può intaccare la palma è la presenza di un parassita, un insetto chiamato punteruolo rosso. Questo, va ad intaccare il fusto della palma proliferando delle larve all'interno che vanno a succhiare la linfa andando ad indebolire la struttura del fusto portandolo perfino alla morte se non ci si accorge della sua presenza che non è visibile ad occhio nudo.
Le palme in base alla loro specie e xlima producono una grande varietà di frutti. Sono delle piante sempreverdi che vivono all'incirca 120 anni.


Il cedro del Libano ha un'altezza di circa 60 metri; da esso possono essere estratti degli olii preziosi. Il suo legno viene utilizzato come sostegno di strutture in quanto molto solido e pregiato.
La vita cristiana è paragonabile alla fioritura di una palma. Se siamo ancorati a Dio, se le nostre radici sono in Lui, se costruiamo la nostra casa sulla roccia, anche con le situazioni più avverse, più difficili (malattie, delusioni, preoccupazioni ecc.) non ci spezzeremo, ci potremmo piegare ma mai spezzare perché le nostri basi sono solide in Dio.


Come la palma è esposta al parassita che può infettarla ed indebolirla così la nostra vita è esposta a cattive abitudini, cattivi pensieri, modi di fare sbagliati che coltiviamo nella nostra testa, nel nostro cuore iniziando a dubitare così di ogni cosa, delle persone che ci circondano, di quello che Dio può fare nella nostra vita, dell' autorità di Dio. Se questa è la tua condizione, vai a Dio, apri il tuo cuore a Lui, non permettere al parassita di prosciugare la linfa di vita che scorre in te.
Crescendo con Dio possiamo portare frutto nella nostra vita e in quella di chi ci circonda attraverso le nostre azioni, le nostre parole.
L'altezza del cedro è paragonabile alla nostra estensione verso a Dio, all'essere più vicino a Lui, nel vedere le cose da una prospettiva diversa.


Attraverso la nostra unione con Dio possiamo essere delle colonne portanti, resistenti, grazie anche al profumo di Cristo che emaniamo. Ognuno di noi può essere giusto se fa la volontà di Dio, se segue le Sue vie, se è disposto ad aprire il suo cuore a Lui. Solo così potremo fiorire come la palma rafforzandoci,mettendo le nostre radici in Dio e crescere come il cedro emanando il Suo profumo attraverso la nostra vita, essendo d'esempio per chi ci circonda avendo così la vita longeva, eterna che ha il cedro.

Riunione del 27/04/24: Vita autentica

Passo di riferimento: Efesini 1

L'apostolo Paolo, tramite questa lettera alla chiesa di Efeso ci permette di riflettere e analizzare diverse cose.
Ci ricorda, prima di tutto, che abbiamo la possibilità di essere benedetti di ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo.
In Lui, e per mezzo di Lui, abbiamo soprattutto la possibilità di viverle appieno nella nostra vita.

Spesso, però, la nostra vita non sembra quella di una persona che vive o ha accesso a tali benedizioni, forse perché le circostanze o le difficoltà ci hanno distolto lo sguardo da esse, facendocelo abbassare sulle cose terrene e sulla nostra carnalità.
Ma è bello considerare che Paolo scrive questa lettera dall'interno di una prigione.
Incredibile, no?

Egli viveva queste benedizioni e questa gioia all'interno di una cella dura e buia. La domanda che ci staremo ponendo probabilmente è: come possiamo fare a vivere questa vita spirituale autentica anche nelle difficoltà? Come possiamo considerare le benedizioni spirituali, quando intorno a noi va tutto a rotoli?

La risposta la troviamo al versetto 18 di questo capitolo, nella preghiera di Paolo: "Egli illumini gli occhi del vostro cuore".
Qui non intende il cuore come il posto dove risiedono i nostri sentimenti, ma, come il centro del nostro pensiero. Infatti, se Dio illumina e rinnova gli occhi della nostra mente, di conseguenza il nostro modo di pensare, di intendere e di vedere le cose sarà diverso. Potremo, in questo modo, vivere una vita spirituale autentica anche nel bel mezzo della prova.

La nostra preghiera, come quella di Paolo, è che Dio possa illuminare completamente gli occhi del nostro cuore, e Dio lo fa, quando noi ci apriamo e spendiamo del tempo di qualità quotidianamente alla sua presenza.

Riunione del 20/04/23: Un giovane poco conosciuto che vale la pena conoscere

Passo di riferimento: Atti 23:12-22


Durante la riunione di questo sabato, è stato presentato un giovane che viene citato dalla Bibbia solo in questi versi: il figlio della sorella di Paolo. Questo ragazzo, di cui non si sa altro, sente udire di una congiura ordita dai Giudei ai danni dell’apostolo Paolo e prontamente corre da lui, alla fortezza in cui era tenuto prigioniero, per avvisarlo di questo pericolo.


Guardando ai pochi versi in cui ci viene presentato l’animo di questo giovane, possiamo certamente essere colpiti da alcune sue caratteristiche:


- La naturalezza e la fermezza con cui decide di lasciare ogni cosa e correre, d’urgenza, ad avvertire suo zio di un grave pericolo.
- La singolare dedizione di un giovane che non teme per la propria sorte e non guarda alle possibili conseguenze negative della sua azione: agisce perché ha a cuore Paolo.
- Quando Paolo gli chiede di esporre il tutto davanti al tribuno, dimostra coraggio nell’andare a fornire un consiglio ed una indicazione ad un’autorità militare romana.


Questo è un giovane che vale la pena conoscere, perché ci insegna come l’amore per Dio e per la Sua opera ci devono portare ad essere impegnati nelle cose di Dio con gli stessi sentimenti: con naturalezza e non perché costretti, per amore di Dio e non guardando se convenga o meno. Soprattutto, Dio ci invita a camminare insieme a Lui con fede, perché capiterà di sentirsi troppo giovani e inesperti, davanti a situazioni troppo grandi.

Tuttavia, ricorda che è Dio che dona la forza per portare a compimento il cammino che Egli ha iniziato o desidera iniziare quest’oggi nella tua vita. Dio ti benedica!

Riunione del 06/04/24: Alza le tue mura

Passo di riferimento: Neemia 4:1-23

L'uomo di questo brano è Neemia, un giudeo, figlio di deportati in Babilonia in seguito alla conquista dei babilonesi su Gerusalemme. Neemia era al servizio del re e gli chiese di andare a Gerusalemme per ricostruire le mura della città, era un suo desiderio, un desiderio che Dio aveva messo nel suo cuore.

Con l'approvazione di Dio e quella del re, Neemia si recò a Gerusalemme dove si iniziò la ricostruzione delle mura. Durante il prosieguo dei lavori ci furono molti ostacoli da affrontare, i loro nemici tentarono in tutti i modi (minacce, beffe, oltraggi, disprezzo ecc.) di far cessare la costruzione delle mura, senza riuscirci.

Neemia e il popolo di Giuda che era coinvolto nella costruzione ebbero paura, ma questo non li fermò perché riponevano la propria fiducia in Dio ricercandolo sin dal primo l'ostacolo e, rimanendo uniti a Lui e tra di loro, riuscirono nel loro intento.

Questa vicenda è facilmente paragonabile alla nostra vita. Ognuno di noi ha un desiderio, una preghiera nel proprio cuore e quando non ne vediamo la realizzazione, il nemico ci attacca con dubbi, scoraggiamenti, paura e preoccupazioni che fanno vacillare, sgretolare quelle mura che abbiamo iniziato a costruire. Quando il nemico ci attacca facciamo come Neemia, andiamo a Dio, lasciamo a Lui le nostre richieste, i nostri pesi e confidiamo che tutto si adempirà secondo i Suoi tempi. È vero, i tempi di Dio non sono gli stessi per tutti, ma è proprio nell'attesa che dobbiamo essere più uniti a Dio, Lui ci ama, siamo la pupilla dell'occhio Suo e mai e vorrebbe farci del male.

Quando la paura e l'ansia prenderanno il sopravvento ricordiamo tutto quello che Dio ha fatto per noi, non dubitiamo mai del Suo intervento. Siamo nelle Sue mani e come un vasaio modella l'argilla per rendere ogni vaso unico e perfetto, così Dio farà con la nostra vita. 

Così, come noi, anche Neemia durante la costruzione delle mura ha dovuto compiere delle scelte, affrontare situazioni difficili, ha avuto paura e provato sgomento ma, la sua determinazione e fiducia in Dio lo hanno portato a realizzare il piano che Dio aveva per la sua vita. 

Con la stessa determinazione di Neemia, alza le mura tra te e quello che ti circonda (preoccupazioni, paura, scoraggiamento, ecc), continua a costruire la tua vita con Dio, ad essere al centro della Sua volontà, ad essere unito con Lui e con il Suo popolo, ad essere una sentinella pronta a difendere quelle mura con tutto il tuo cuore, così da essere pronto quando Dio ritornerà.

Riunione del 23/03/24: Tale e Quale

Passo di riferimento: Marco 10:17-22

Il passo preso in esame tratta la storia di un giovane ricco, che va da Gesù perché vuole ottenere la vita eterna. Purtroppo, la storia non ha un lieto fine, infatti, Gesù gli chiede di lasciare tutte le sue ricchezze ai poveri e di seguirlo. Ma egli, sconsolato, si allontana da Gesù senza ascoltare il suo invito, rinunciando così alla vita eterna.


Spesso, noi ci troviamo nella stessa situazione: sappiamo "dove andare", cioè a Gesù, riconosciamo che egli è buono, però poi quando arriva il momento di fare il passo decisivo nei suoi confronti... esitiamo e poi rimandiamo, o addirittura rinunciamo.
Come questo giovane, ce ne andiamo dalla presenza del Signore, giorno dopo giorno, culto dopo culto, senza essere trasformati. Andiamo da chi può cambiare la nostra vita in meglio, ma ce ne usciamo "tali e quali" a come vi siamo arrivati, senza ricevere trasformazione, anzi, scoraggiati.


Per poter crescere ed essere trasformati, Dio ci invita ad abbandonare delle cose alla sua presenza.
Forse dobbiamo arrenderGli dei beni materiali, forse si tratta di orgoglio o egoismo, fatto sta che, per essere trasformati, dobbiamo arrendere e abbandonare qualcosa di noi che Egli ci comanda.


Dio fa questo nelle nostre vite, non per farci del male: Gesù guardò il giovane ricco e l'amò, in seguito lo invitò a lasciare le sue ricchezze, perché sapeva che esse erano forse troppo importanti per lui e sarebbero state un laccio e un impedimento per la sua crescita spirituale.


Non sprechiamo altro tempo! Se Dio ci sta invitando a lasciare qualcosa, è per il nostro bene! Egli, infatti, vuole trasformarci a Sua immagine e somiglianza, non vuole che rimaniamo Tali e Quali.

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