Gruppo giovanile: dalle nostre riunioni

 


 

Riunione del 01/04/23: Gioele 2:28

Passo di riferimento: Gioele 2:28

Dopo questo, avverrà che io spargerò il mio Spirito su ogni persona: i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i vostri vecchi faranno dei sogni, i vostri giovani avranno delle visioni.

Nel passo preso in considerazione è stata analizzata la parola profetica del profeta Gioele: il riferimento è agli ultimi tempi, prima del ritorno di Gesù. In quei tempi Dio spanderà il suo spirito su giovani ed anziani, essi infatti faranno sogni e visioni.  

Nella società odierna, queste due fasce di età, apparentemente distanti, sono in realtà molto vicine, sono infatti sempre più abbandonate e messe da parte. 

Hanno diversi punti in comune:

- La solitudine

- L'incomprensione

- I sogni

Per Dio queste due categorie, a differenza di ciò che pensa la società, sono un Tesoro Inestimabile. Per la visione che Dio ha della chiesa, giovani ed anziani sono uniti, Egli infatti li colloca nello stesso versetto di pari passo: i vostri vecchi faranno dei sogni,

i vostri giovani avranno delle visioni. Due parole con significati simili.

Questo dimostra l'importanza del considerare il valore degli anziani che pregano per i giovani, affinché delle nuove visioni spirituali nascano nei giovani .

È fondamentale onorare ed ascoltare i consigli degli anziani, perché sono una ricchezza spirituale per ogni comunità.

Tra questi, infatti, ci deve essere una perfetta collaborazione: perché i giovani con la loro forza vanno in "guerra a combattere", mentre gli anziani restano negli "accampamenti" a pregare per loro, fornendo un sostegno indispensabile.

Non possiamo stare gli uni senza gli altri, perché è insieme che raggiungeremo il cielo, come un unico corpo.

Dio ti benedica!

Riunione del 25/03/23: Il rumore della pioggia

Passo di riferimento: 1 Re 18:41-46

Poi Elia disse ad Acab: «Risali, mangia e bevi, poiché già si ode un rumore di grande pioggia».

Il popolo d'Israele stava vivendo un periodo di grave siccità: non pioveva da circa 3 anni. Questo, a causa del peccato del popolo stesso e del suo sovrano Acab, il quale avrebbe dovuto amministrare la giustizia, ma si era lasciato corrompere.

Dunque, il Signore stava usando questa prova per cercare di riconquistare il loro cuore, affinché anche i cuori più aridi potessero riprendere ad affidarsi a Lui. 

Tuttavia, la condotta di Acab non mutò, dunque Dio mandò il suo servo Elia affinché annunciasse l'arrivo della pioggia: il Signore non contende con noi per sempre, perché odia il peccato, ma ama il peccatore, quindi non lo obbliga a seguirLo.

Elia suggerì ad Achab di vedersi, assieme a tutti i profeti, sul monte Carmelo per provare chi fosse il vero dio, fra il Signore e Baal.

Egli ricostruisce un altare rotto per poter offrire un olocausto a Dio, quell'altare della comunione con Dio che ognuno di noi deve custodire e che, se rotto, deve essere ripristinato! 

Allora Elia pregò, affinché tutti potessero riconoscere che il Signore è l'unico Dio, capace di convertire il cuore. Il fuoco scese dal cielo, consumando il sacrificio offerto da Elia, e tutto il popolo riconobbe che il Signore è Dio!

Successivamente Elia ordinò che tutti i profeti di Baal fossero sgozzati: non ci devono essere ostacoli tra noi e Dio, ogni intoppo va "sterminato", nulla deve prendere il posto che Dio deve avere nel nostro cuore!

Allora, e solo allora, iniziò a sentirsi un rumore di pioggia... Molte volte ci accontentiamo di sentire solo il "rumore" delle benedizioni di Dio, senza impegnarci veramente per riceverle.

Anche senza vedere nulla all'orizzonte, dobbiamo continuare a pregare: Elia per sette volte pregò affinché scoppiasse il temporale, pur continuando a vedere il cielo limpido.

L'ultima volta vide una nuvoletta piccola quanto il palmo di una mano e bastò quella fede dinanzi a quella piccola nuvoletta a fare piovere in un istante.

In un attimo possiamo essere inondati dalla benedizione di Dio, basta solo pregare con intensità e perseveranza!

Dio ti benedica!

Riunione del 18/03/23: Aphoráō

Passo di riferimento Ebrei 12:1-3 

La vita quotidiana, i tanti impegni ci portano ad essere oggi affannati , corriamo da una parte all’altra e senza rendercene conto non diamo più valore al tempo, alle persone, a quello che stiamo vivendo.

Considerate…non vi stancate perdendovi d'animo! (Ebrei‬ ‭12:3‬). L’autore agli Ebrei ci invita a considerare, di fermarci a riflettere. Una malattia oggi molto diffusa tra i giovani soprattutto è la depressione. Ci sono tante persone che non riescono oggi ha vedere un futuro davanti, si prendono pesi che non sono i loro, tanti si perdono d’animo.

Il perdersi d’animo non è soltanto un semplice scoraggiarsi ma è uno scoraggiarsi profondo, che si protrae nel tempo. 

Elia si scoraggiò a tal punto che non voleva più vivere nonostante aveva vissuto in passato le benedizioni del Signore. Dio si presenta a lui proprio in quel momento di forte scoraggiamento e cosa fa? Gli ricorda le benedizioni ricevute e, non solo, lo incoraggia a mangiare perché il percorso era ancora lungo, la vita di Elia non era finita lì.

Il Signore ci invita a non perderci d’animo. Quando viviamo scoraggiamenti il Signore non ci vuole passivi ma attivi. Il Signore ci rialza ma anche noi dobbiamo fare dei passi.

Un primo passo fondamentale è deporre ogni peso e ogni peccato che facilmente ci avvolge‭‭ (Ebrei‬ ‭12:1‬). È un’azione che soltanto noi possiamo compiere, noi possiamo decidere se alimentare determinati pensieri, emozioni oppure no. Noi scegliamo se ricercare il nostro rapporto col Signore, dare spazio alla Sua presenza.

Il secondo passo da fare è correre con perseveranza la gara che ci è proposta (Ebrei‬ ‭12:1‬), la nostra gara! Correre verso il piano che Dio ha stabilito per noi.

Molte volte siamo tentati a guardare il percorso degli altri ma la corsa è nostra. Correre con dedizione,con perseveranza…con consacrazione. Una corsa fatta di obiettivi possibili, senza strafare, senza perdersi d’animo.

«Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me…poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero» (Matteo‬ ‭11:28-30‬).

Ultimo e terzo passo è fissare lo sguardo su Gesù (Ebrei‬ ‭12:2‬). 

Nei testi originali in greco la parola aphoraō significa fissare. Questa parola a sua volta è costituita da altre due parole: "apho" che significa: lontano da, e "raō" che significa: vedere. 

Distogliere lo sguardo dal resto per fissare lo sguardo da Gesù.

Non dobbiamo farci distrarre dalle nostre circostanze. Possiamo essere incoraggiati, andare avanti nel cammino, non veniamo meno se il nostro sguardo è fisso su Gesù, coLui che crea la fede e la rende perfetta.

La nostra fede ci permette di correre la nostra gara con perseveranza e di deporre i nostri pesi e i nostri peccati!

Dio ti benedica!

Riunione del 11/03/23: Per voi è la promessa!

Passo di riferimento: Atti 2:29

Inquadrando la figura di Pietro, noto per aver rinnegato Gesù; è importante osservare come lui stesso fu ripieno dello Spirito Santo ed ebbe l’unzione dall’alto per iniziare a testimoniare di Gesù.

Il battesimo dello Spirito Santo è un dono, cui non viene meritato o regalato da parte degli uomini o da una religione, ma viene donato da Dio perché è una sua promessa. Dio è fedele e noi dobbiamo credere alle Sue promesse. Egli ci vuole battezzare con lo Spirito Santo e manda la Sua parola ad effetto poiché desidera portarla a compimento nei nostri cuori.

Il Signore dunque, vuole farci realizzare questo dono ma da parte nostra deve esserci il medesimo desiderio avendo una giusta disposizione di cuore affinché possiamo essere riempiti, pronti e attenti a ricercare continuamente il Signore, poiché Egli è la Verità.

Non bisogna arrendersi o stancarsi di cercarlo ma aspettare con fiducia ed essere ubbidienti affinché Dio possa donarlo in abbondanza.

Dio ti benedica!

Riunione del 25/02/23: Giosuè 5:7 - 6:1

Passo di riferimento: Giosuè 5:7 - 6:1
 
La riflessione di questo sabato ripercorre gli eventi che precedono la conquista di Gerico da parte del popolo d’Israele. Gerico era una città estremamente fortificata e presidiata, e la sua conquista poteva apparire come qualcosa di impossibile ed impensabile ad un popolo nomade e non adeguatamente addestrato ed equipaggiato.
 
Davanti ad una sfida oggettivamente impossibile, il popolo poteva scegliere di rinunciare alla promessa del Signore, sfiduciato, oppure affrontare la prova credendo in Colui che aveva fatto la promessa.
Come per il popolo dinanzi a Gerico, anche noi attraversiamo sfide ardue, possiamo scegliere di ignorarle oppure di affrontarle. In questo passo, Dio chiede al popolo l’appartenenza a Lui fin da subito, ancor prima di rendere note le modalità particolari con cui bisognerà che il popolo conquisti la città.
 
Senza Dio non c’è vittoria, perché Egli conosce i Suoi figli e sa come ciascuna avversità può concorrere al nostro bene ed allo sviluppo della nostra fede. Dio vuole liberarci dalle nostre paure e far crollare le fortezze inespugnabili nella nostra vita. Giosuè era il capo del popolo, eppure non elaborò un piano di assalto, ma si riconobbe servo del Signore e desiderava che la liberazione avvenisse secondo i Suoi piani, non secondo strategie o schemi umani.
 
Se stai vivendo delle situazioni in cui credi l’unica strada sia far finta di nulla, vedi solo delle mura senza brecce e sei scoraggiato/a, Dio vuole liberarti per davvero. Aprigli il tuo cuore e certamente Dio ti darà una particolare e definitiva vittoria, come accadde a Gerico, se solo tu lo riconoscerai Signore della tua vita.
 
Dio ti benedica!

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