Passo di riferimento: Zaccaria 2:1-5
Dal passo preso in esame, possiamo trarre un importante spunto di riflessione, che ci aiuta a capire e analizzare il nostro rapporto con Dio.
Poniamoci una domanda: in quale misura ci stiamo applicando all'opera di Dio?
Anche noi, come il giovane nella visione del profeta Zaccaria, potremmo trovarci a dover eseguire un "compito" per il nostro Signore e per la Sua opera.
Fare qualcosa di "buono" e che rispecchi la volontà di Dio, però, a volte, non è sufficiente. Non basta servire il Signore, andare in chiesa attivamente, pregare o leggere la Sua parola per ritenerci "apposto" o soddisfatti del nostro cammino con Dio. Ciò che conta principalmente con Dio è il sentimento con cui stiamo facendo le cose, la misura di "cuore" e di fede che stiamo ponendo in quello che facciamo per Dio.
In base a ciò, potremmo identificare due categorie di persone:
- chi, nel servire il Signore, ci mette la sua fede e il suo cuore sincero, nonostante le normali difficoltà che un essere umano possa avere;
- chi, invece, serve il Signore e fa la sua volontà, perché sa che è giusto, ma facendo sempre i propri "calcoli", senza fidarsi completamente e mettendo, appunto, una piccola misura di cuore.
La risposta che il Signore dà a quel giovane, va bene per entrambe le categorie: Egli gli spiega che la città di Gerusalemme non avrebbe avuto affatto bisogno di mura, perché Lui stesso sarebbe stato il suo muro di protezione... Allo stesso modo, il Signore ci invita a non porre limiti a quello che Lui può fare, si prenderà cura di noi e ci farà prosperare in una maniera che noi non potremo misurare, se solo ci arrenderemo a Lui completamente!