Gruppo giovanile: dalle nostre riunioni

 


 

Riunione del 28/10/23: Sopportare ogni cosa

Passo di riferimento: 1 Corinzi 13:1-7  

"L'amore soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa"

I quattro verbi presi in considerazione sono collegati fortemente tra loro, infatti tutti dipendono dal vincolo d'amore che il Signore è in grado di mettere nel cuore dell'uomo al momento della salvezza.

Tuttavia, il verbo "soffrire" e il verbo "sopportare" sono sicuramente quelli più ardui da accettare, ma la sofferenza è un pensiero a cui la mente umana è maggiormente predisposta, in quanto nelle cose di tutti i giorni si è abituati ad averci a che fare.

Al contrario, la sopportazione è qualcosa a cui difficilmente ci si rassegna, a maggior ragione i giovani.

Eppure, molte volte ci troviamo a dover sopportare la disonestà della gente, le differenze caratteriali, le cattiverie, le invidie, il dolore, fisico o mentale.

Il Signore, ancora una volta, non ci lascia soli ad affrontare tutto questo: indispensabile, però, è la preghiera, il rapporto personale con Dio, che ci permette di essere modellati dall'interno, nel cuore, all'origine di ogni sentimento. 

Solo così, l'amore di Dio potrà scendere nei nostri cuori e darci la forza di sopportare ogni cosa, di andare ugualmente avanti, e persino di amare gli altri, esattamente come fece Gesù, nostro esempio perfetto!

Riunione del 21/10/23: Credenti e giovani coraggiosi

Passo di riferimento: Giosuè 14:6-14; 15:13-20

La riunione di questo sabato ci racconta di un uomo, Caleb, e di alcuni membri della sua famiglia. Caleb era stato uno dei pochi israeliti ad aver incoraggiato il popolo ad entrare nella terra di Canaan nonostante i giganti che ne ostacolavano la conquista. Caleb è manifestazione del coraggio che viene dal seguire pienamente il Signore, e lo ritroviamo in questo passo che, dopo 40 anni, ricordava la promessa che il Signore gli aveva rivolto di ereditare il territorio di Ebron.

Caleb aveva avuto il coraggio di restare integro contro una generazione intera che si era sviata nel deserto, e che aveva rinnegato il Signore per adorare altri dei. La parola coraggio significa etimologicamente proprio “avere a cuore”, e Caleb aveva avuto a cuore l’opera che il Signore aveva in mente di compiere in favore del Suo popolo. Questo rapporto intimo con Dio aveva prodotto in lui una fede stabile ed un fervido zelo, che non si erano svigoriti nei 40 anni che lo avevano separato dal compimento della promessa ricevuta.

Nella Bibbia altri uomini coraggiosi hanno realizzato grandi benedizioni e vittorie senza precedenti: possiamo pensare a Davide, l’uomo “secondo il cuore di Dio”, a Giobbe e tanti altri. Nella storia di Caleb incontriamo anche il coraggio di Otniel, che prese una forte posizione nel conquistare la città fortificata di Chiriat-Sefer, e di Acsa, che ebbe il coraggio di chiedere a Caleb delle sorgenti d’acqua.

Il coraggio di restare saldi in queste promessa non viene trasmesso geneticamente ma, come è stato per questi uomini e donne, è il frutto di una profonda relazione di comunione con Dio ed un desiderio di seguirLo pienamente. Come Caleb, Otniel ed Acsa siamo invitati ad amare Dio ed avere a cuore l’opera di salvezza e di cura che Egli ha promesso di realizzare nella nostra vita. Non vergognarti di prendere anche tu posizione per le cose spirituali, Dio ti benedica!

Riunione del 14/10/23: Preparati ad incontrare il tuo Dio

 
Passo di riferimento: Amos 4:4-13
 
Nel passo di riferimento si è analizzata la situazione del popolo di Israele che si era allontanato da Dio. Esso infatti continuava a servire Dio in maniera "religiosa", ma in realtà il cuore era distante da Lui. Il Signore per riavvicinare il Suo popolo mandò diverse calamità affinché esso potesse ravvedersi e tornare a Lui, ma nonostante questo il popolo restò incurante di Dio.
 
Egli conclude questo messaggio di riprensione con un'affermazione particolare: Preparati, Israele, a incontrare il tuo Dio! Da quest'ultima frase, noi possiamo trarre un insegnamento ed un invito molto importante: quello di prepararsi con la mente e con il cuore per poter gustare Dio e la sua presenza. Infatti, spesso andiamo alle riunioni di culto o alla presenza del Signore "impreparati", sperando che Dio come un ipotetico genio della lampada possa schioccare le dita e benedirci, ma non è così.
 
Dio vuole che noi ci prepariamo nelle nostre case, nella nostra quotidianità, con il cuore e con la mente, coltivando la comunione e l'adorazione nei Suoi confronti, leggendo la sua parola e meditandola. In questo modo le nostre riunioni ed i nostri incontri con Dio non saranno dei semplici appuntamenti religiosi, ma saranno dei momenti di grande benedizione dove potremo incontrare realmente il Nostro Dio.

Riunione del 08/07/23: Zaccaria 2:1-5

Passo di riferimento: Zaccaria 2:1-5
«Corri, parla a quel giovane e digli: "Gerusalemme sarà abitata come una città senza mura, tanta sarà la quantità di gente e di bestiame che si troverà in mezzo a essa. Io", dice il SIGNORE, "sarò per lei un muro di fuoco tutto intorno, e sarò la sua gloria in mezzo a lei".
 
Zaccaria ha una visione per gli esuli tornati in Giudea: vede un angelo, che ha una corda per misurare la città, al quale chiede dove stesse andando a prendere quelle misure, perché probabilmente anche Zaccaria voleva "prendere delle misure" circa il numero dei ritornati da Babilonia, circa chi avrebbe potuto ricoprire il ruolo del sacerdozio ecc.
 
L'angelo risponde in maniera molto concisa: «Vado a misurare Gerusalemme, per vedere qual è la sua larghezza e quale la sua lunghezza»; tuttavia, prima ancora che possa farlo, si imbatte in un altro angelo, il quale lo ferma e cambia il suo obiettivo: lo invita a correre dietro ad un giovane, il profeta Zaccaria, per mandargli un messaggio utile ad ampliare i suoi pensieri.
 
Anche oggi, è necessario correre per inseguire i giovani: i loro pensieri e le loro deduzioni sono svelti a formarsi, e altrettanto velocemente si trasformano in azioni e abitudini che, in prende alla fretta, possono essere errate.
 
Molti giovani rischiano di perdersi perché sognano in grande, hanno confini che non vorrebbero e persino il futuro li mette alle strette: le condizioni climatiche prospettano solo catastrofi, il mondo del lavoro diventa sempre più competitivo e così via; ma, il Signore ha un messaggio urgente per noi, perché il modo in cui vediamo restringersi le cose non deve togliere la speranza dal nostro cuore e la certezza che Dio possa operare grandemente nella nostra vita.
 
Forse tu volevi prendere le tue misure per il futuro, per quelle situazioni, che ti sembrano così aride e riduttive, ma il Signore ti dice di aspettare, di non guardare a quei confini, perché vuole mostrarti quello che Lui può fare: vuole ampliare i tuoi confini spirituali, non restringerli!
 
Dio ti benedica!

Riunione del 10/06/23: Camminare con Dio

Passo di riferimento: Ebrei 11:5 

«Per fede Enoc fu rapito perché non vedesse la morte; e non fu piú trovato, perché Dio lo aveva portato via; infatti prima che fosse portato via ebbe la testimonianza di essere stato gradito a Dio.»

Nella Bibbia abbiamo molti personaggi che hanno lasciato un ricordo, un segno. Noè ricordato come il predicatore di giustizia,colui che ha costruito l’arca per la salvezza dell’umanità.Caino ricordato come colui che ha ucciso suo fratello. Giuda ricordato come il traditore. Giobbe ricordato come uomo integro. Daniele colui che è uscito dalla fossa dei leoni. Giacobbe il traditore, che lotta con l’angelo. Enoc? Enoc ricordato come l’uomo gradito a Dio! Lasciò questa testimonianza. Dio tanto l’aveva gradito che non gli fece gustare la morte, lo portò via. Enoc per fede fù gradito a Dio. Cosa fece Enoc per essere così gradito? Nel capitolo 5 della Genesi leggiamo che Enoc camminò con Dio.

Camminare con il Signore vuol dire prima di tutto scegliere di fare un percorso insieme, iniziare insieme, condividere insieme, finire insieme, raggiungere un obiettivo insieme. Camminare è conoscersi profondamente, lasciarsi conoscere.

Questo fece Enoc dopo aver generato Metusela.(Genesi 5:22). In ebraico Metusela si compone in due parti distinte. La prima MAT che significa “uomo”, la seconda metà deriva dal verbo SHELAH, cioè “inviare”. Perché dopo la nascita di Metusela Enoc camminò con Dio? Cosa ha visto Dio in Enoc? Un uomo che camminò con Lui perché per fede ha visto un uomo che è stato inviato sulla terra e che è diventato il suo Salvatore. 

Il nostro cammino con Dio inizia quando accettiamo e vediamo Gesù come nostro personale Salvatore. Non è Dio che deve scegliere a camminare con noi, Dio ha già stabilito un patto di pace con tutti noi ma ci chiede di riconoscerlo, di riconciliarci, di avvicinarci a Lui attraverso la confessione dei nostri peccati.

Tu puoi lasciare un segno! Una persona che cammina con Dio per fede!! 

Dio ti benedica!

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