Gruppo giovanile: dalle nostre riunioni

 


 

Riunione del 04/11/23: Da dove proviene il grido?

Il grido della vittoria

Il grido della distretta 

Il grido della vittoria 

Il grido contro Dio

Il grido di Dio 

Nella parola di Dio troviamo tanti esempi di grido. La prima cosa che ci viene in mente è il grido di una persona che riconosce, come Davide, di aver bisogno dell’intervento di Dio, sa che l’unico modo di avere Dio dalla sua parte è di consacrare la sua vita a Lui (Salmo 5:2, Salmo 142:5).

Dio è consapevole da dove proviene il tuo grido. A volte ci troviamo a vivere una situazione difficile, ci arrivano delle tempeste: scegli di gridare al tuo Dio (Matteo 14:30). Dio conosce perfettamente la distretta che stai vivendo. Dio stende la mano così come fece con Pietro durante la tempesta. Gesù può tirarti su dalla acque del peccato e rinnovare il tuo cuore. Dio ode il grido della preghiera, il grido della distretta ma anche il grido della vittoria (Giosuè 6:20).

Dio cerca giovani pronti a conquistare le Sue promesse spirituali, anime che gridano proclamando la vittoria su ogni ostacolo e certi di conquistare ciò che Dio ha promesso. Dio ascolta le grida di chi confida in Lui ma anche di chi è contro di Lui (Giovanni 11:43).

Dio risponde a tutte le nostre tipologie di grida, anche al grido contro di Lui. Come? Con la grazia di Cristo. Anche se ci sono parti del nostro cuore che offendono Dio, anche se ci sono pensieri o scelte contro Lui Dio ci raggiunge!

Dio attraverso la Sua Parola grida al nostro cuore. Ogni verso, ogni culto, ogni preghiera è un grido di Dio per la nostra vita. Stai gridando a Dio da tanto tempo? Continua a farlo! Stai gridando contro di Lui? Fermati! Il Signore grida al tuo cuore perché vuole far sgorgare il Suo Spirito dentro te, vuole portare salvezza, guarigione, liberazione (Proverbi 1:20-23).

Se vogliamo davvero cambiare la nostra condizione e rinnovare ogni cosa nella nostra vita dobbiamo avere la certezza che Dio ascolta il nostro grido ma ci invita ad imparare ad ascoltare il Suo di grido. Dio ti benedica.

Riunione del 28/10/23: Sopportare ogni cosa

Passo di riferimento: 1 Corinzi 13:1-7  

"L'amore soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa"

I quattro verbi presi in considerazione sono collegati fortemente tra loro, infatti tutti dipendono dal vincolo d'amore che il Signore è in grado di mettere nel cuore dell'uomo al momento della salvezza.

Tuttavia, il verbo "soffrire" e il verbo "sopportare" sono sicuramente quelli più ardui da accettare, ma la sofferenza è un pensiero a cui la mente umana è maggiormente predisposta, in quanto nelle cose di tutti i giorni si è abituati ad averci a che fare.

Al contrario, la sopportazione è qualcosa a cui difficilmente ci si rassegna, a maggior ragione i giovani.

Eppure, molte volte ci troviamo a dover sopportare la disonestà della gente, le differenze caratteriali, le cattiverie, le invidie, il dolore, fisico o mentale.

Il Signore, ancora una volta, non ci lascia soli ad affrontare tutto questo: indispensabile, però, è la preghiera, il rapporto personale con Dio, che ci permette di essere modellati dall'interno, nel cuore, all'origine di ogni sentimento. 

Solo così, l'amore di Dio potrà scendere nei nostri cuori e darci la forza di sopportare ogni cosa, di andare ugualmente avanti, e persino di amare gli altri, esattamente come fece Gesù, nostro esempio perfetto!

Riunione del 21/10/23: Credenti e giovani coraggiosi

Passo di riferimento: Giosuè 14:6-14; 15:13-20

La riunione di questo sabato ci racconta di un uomo, Caleb, e di alcuni membri della sua famiglia. Caleb era stato uno dei pochi israeliti ad aver incoraggiato il popolo ad entrare nella terra di Canaan nonostante i giganti che ne ostacolavano la conquista. Caleb è manifestazione del coraggio che viene dal seguire pienamente il Signore, e lo ritroviamo in questo passo che, dopo 40 anni, ricordava la promessa che il Signore gli aveva rivolto di ereditare il territorio di Ebron.

Caleb aveva avuto il coraggio di restare integro contro una generazione intera che si era sviata nel deserto, e che aveva rinnegato il Signore per adorare altri dei. La parola coraggio significa etimologicamente proprio “avere a cuore”, e Caleb aveva avuto a cuore l’opera che il Signore aveva in mente di compiere in favore del Suo popolo. Questo rapporto intimo con Dio aveva prodotto in lui una fede stabile ed un fervido zelo, che non si erano svigoriti nei 40 anni che lo avevano separato dal compimento della promessa ricevuta.

Nella Bibbia altri uomini coraggiosi hanno realizzato grandi benedizioni e vittorie senza precedenti: possiamo pensare a Davide, l’uomo “secondo il cuore di Dio”, a Giobbe e tanti altri. Nella storia di Caleb incontriamo anche il coraggio di Otniel, che prese una forte posizione nel conquistare la città fortificata di Chiriat-Sefer, e di Acsa, che ebbe il coraggio di chiedere a Caleb delle sorgenti d’acqua.

Il coraggio di restare saldi in queste promessa non viene trasmesso geneticamente ma, come è stato per questi uomini e donne, è il frutto di una profonda relazione di comunione con Dio ed un desiderio di seguirLo pienamente. Come Caleb, Otniel ed Acsa siamo invitati ad amare Dio ed avere a cuore l’opera di salvezza e di cura che Egli ha promesso di realizzare nella nostra vita. Non vergognarti di prendere anche tu posizione per le cose spirituali, Dio ti benedica!

Riunione del 14/10/23: Preparati ad incontrare il tuo Dio

 
Passo di riferimento: Amos 4:4-13
 
Nel passo di riferimento si è analizzata la situazione del popolo di Israele che si era allontanato da Dio. Esso infatti continuava a servire Dio in maniera "religiosa", ma in realtà il cuore era distante da Lui. Il Signore per riavvicinare il Suo popolo mandò diverse calamità affinché esso potesse ravvedersi e tornare a Lui, ma nonostante questo il popolo restò incurante di Dio.
 
Egli conclude questo messaggio di riprensione con un'affermazione particolare: Preparati, Israele, a incontrare il tuo Dio! Da quest'ultima frase, noi possiamo trarre un insegnamento ed un invito molto importante: quello di prepararsi con la mente e con il cuore per poter gustare Dio e la sua presenza. Infatti, spesso andiamo alle riunioni di culto o alla presenza del Signore "impreparati", sperando che Dio come un ipotetico genio della lampada possa schioccare le dita e benedirci, ma non è così.
 
Dio vuole che noi ci prepariamo nelle nostre case, nella nostra quotidianità, con il cuore e con la mente, coltivando la comunione e l'adorazione nei Suoi confronti, leggendo la sua parola e meditandola. In questo modo le nostre riunioni ed i nostri incontri con Dio non saranno dei semplici appuntamenti religiosi, ma saranno dei momenti di grande benedizione dove potremo incontrare realmente il Nostro Dio.

Riunione del 08/07/23: Zaccaria 2:1-5

Passo di riferimento: Zaccaria 2:1-5
«Corri, parla a quel giovane e digli: "Gerusalemme sarà abitata come una città senza mura, tanta sarà la quantità di gente e di bestiame che si troverà in mezzo a essa. Io", dice il SIGNORE, "sarò per lei un muro di fuoco tutto intorno, e sarò la sua gloria in mezzo a lei".
 
Zaccaria ha una visione per gli esuli tornati in Giudea: vede un angelo, che ha una corda per misurare la città, al quale chiede dove stesse andando a prendere quelle misure, perché probabilmente anche Zaccaria voleva "prendere delle misure" circa il numero dei ritornati da Babilonia, circa chi avrebbe potuto ricoprire il ruolo del sacerdozio ecc.
 
L'angelo risponde in maniera molto concisa: «Vado a misurare Gerusalemme, per vedere qual è la sua larghezza e quale la sua lunghezza»; tuttavia, prima ancora che possa farlo, si imbatte in un altro angelo, il quale lo ferma e cambia il suo obiettivo: lo invita a correre dietro ad un giovane, il profeta Zaccaria, per mandargli un messaggio utile ad ampliare i suoi pensieri.
 
Anche oggi, è necessario correre per inseguire i giovani: i loro pensieri e le loro deduzioni sono svelti a formarsi, e altrettanto velocemente si trasformano in azioni e abitudini che, in prende alla fretta, possono essere errate.
 
Molti giovani rischiano di perdersi perché sognano in grande, hanno confini che non vorrebbero e persino il futuro li mette alle strette: le condizioni climatiche prospettano solo catastrofi, il mondo del lavoro diventa sempre più competitivo e così via; ma, il Signore ha un messaggio urgente per noi, perché il modo in cui vediamo restringersi le cose non deve togliere la speranza dal nostro cuore e la certezza che Dio possa operare grandemente nella nostra vita.
 
Forse tu volevi prendere le tue misure per il futuro, per quelle situazioni, che ti sembrano così aride e riduttive, ma il Signore ti dice di aspettare, di non guardare a quei confini, perché vuole mostrarti quello che Lui può fare: vuole ampliare i tuoi confini spirituali, non restringerli!
 
Dio ti benedica!

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