LA CURA PER L’INSODDISFAZIONE
“Alzati, prendi cibo, e sta’ di buon animo; la vigna di Nabot d’Izreel te la farò avere io” (I Re 21:7)
Acab, re d’Israele, giace triste e faccia al muro, senza voglia di mangiare. Smodati appetiti d’altro genere lo rendono frustrato nei suoi desideri. Ha ricevuto il rifiuto di vendergli una piccola vigna limitrofa alle sue terre. Nabot, il possessore della vigna gli ricorda come si può essere appagati in Dio con ciò che Dio ha voluto per ciascuno. La risposta di quest’uomo pare tagliente, ma è risanatrice per il malessere psicofisico del re. Opposta è la ricetta di Izebel, moglie pagana del re, che pensa di curarne lo stato d’animo disconoscendo la giustizia del Regno dei cieli. “Ti farò avere io quel che non ti dà Dio” … Stiamo attenti a chiunque oggi potrebbe dirci la stessa cosa, seppure con altri termini e altri modi. Se quello che il Signore ci elargisce è per il nostro bene, ancor più lo è quanto Egli non ci concede, che serve a conservare le benedizioni ricevute. Da sempre, falsi consolatori accarezzano l’avidità umana e massaggiano e la ribellione al Signore invece di usare il “bisturi” della Parola di Dio. L’insoddisfazione non viene da quanto non si ha, bensì dal non essere in ordine con la volontà divina. La frustrazione non si cura prendendo da qualunque fonte quel che cattura i nostri sguardi, ma ricevendo ogni dono dalla mano del Padre celeste, fiduciosi che Egli sa quanto è veramente buono per la nostra anima.
Buona settimana con il Signore.
Alessandro Cravana