“Il più piccolo diventerà un migliaio; il minimo, una nazione potente. Io, il Signore, affretterò le cose a suo tempo” (Isaia 60:22)

Questa promessa infonde speranza, incoraggiando ad aspettare l’azione divina in nostro favore proprio quando ogni prospettiva di sviluppo si allontana e le soluzioni alle nostre debolezze o incapacità appaiono sfocate, irrimediabilmente compromesse.
Questo messaggio attesta una completa crescita, numerica e qualitativa, stimolando la fede al pensiero di quel che ciascuno può diventare nelle mani del Padre celeste, se lo lasciamo operare. È una parola che reca una duplice, rasserenante consapevolezza: Colui che è potente da accelerare le cose, lo è pure da rallentarle. E talvolta lo fa, con la sua saggezza ritarda per poi affrettare le tempistiche terrene in cui si realizzano le tappe della nostra vita.
Nel contesto attuale di pandemia, sappiamo cosa significhi l’allungarsi dei tempi; lo sa bene chi attende la negatività ad un tampone di rilevazione virale. Tuttavia, a prescindere da situazioni straordinarie, Dio può farci girare per giorni e giorni, perfino per mesi o anni intorno alla nostra “Gerico” perché non siamo pronti, abbastanza maturi in vista di qualcosa ancora troppo grande per noi. Può farlo perché vuole realizzare i suoi propositi e non soltanto i nostri interessi. Questa consapevolezza non dovrebbe contrariarci, bensì farci sentire onorati, stimando che Dio vuole accordarci benedizioni in Cristo, ben più profonde e alte della grandezza umana. Questo è il tempo nel quale, per tanti di noi, le cose sono rallentate. È il Signore che le sta ritardando, ma viene il tempo in cui Egli stesso le affretterà e quello che non è avvenuto in mesi ed anni si verificherà dall’alba al tramonto. Come farà: vi soffierà sopra, trasporterà noi con la Sua mano? Questo è certo: ogni cosa andrà al suo posto e tutto troverà adempimento nel giusto tempo.

Buona settimana con il Signore.

Alessandro Cravana