Domenica 21 febbraio 2021
Io credo; vieni in aiuto alla mia incredulità [Marco 9:24]
UNA RICHIESTA CONTROVERSA
Alcuni traduttori dicono che quest’uomo andò a Gesù e gli palesò la sua disperazione “con lacrime”. È un’espressione che conosciamo bene, atta a descrivere la condizione in cui ci troviamo mentre preghiamo per i nostri figli, come quell’uomo per il suo. Sicuramente in quest’incontro c’è tensione, ma anche costernazione. L’uomo crede e va a Gesù, ma nella sua fede si affacciano il dubbio, l’esitazione e l’incredulità. A noi piacerebbe che le cose siano più chiare ed esplicite. Vorremmo avere delle risposte senza ombra di dubbio e sostenere argomentazioni nitide sul perché o come mai Dio agisca in un modo piuttosto che in un altro. Ma noi siamo creature di una dimensione caratterizzata dai limiti e dalla consapevolezza di non essere mai sufficientemente all’altezza. La bellezza, nella tragedia del momento, è che quest’uomo chiede a Gesù di arrivare dove lui non ce la fa, di venirgli in aiuto, di sovvenire alla sua debolezza, confessando la sua indegnità e confidando nelle possibilità di Gesù. Quell’uomo riflette tutte le nostre incapacità, ma ci è di esempio anche per additarci Chi può arrivare dove non possiamo giungere noi.