Mercoledì 12 maggio 2021
E Gesù disse: “Neppure io ti condanno; va’ e da ora in poi non peccare più” [Giovanni 8:11]
VA’ E NON PECCARE PIÙ
Molti interpretavano il fatto che Gesù frequentasse dei “peccatori” come atti di tolleranza o debolezza nei confronti del peccato. Un giorno nel tempio a Gerusalemme degli scribi e farisei trascinarono davanti a Gesù una donna colta in flagrante adulterio. Chiedevano se Egli fosse o no d’accordo con Mosè che aveva comandato di lapidare tali donne. In realtà, la legge prevedeva questa punizione per entrambi le parti: ma dove era l’uomo, colto anche lui in flagranza?
Quella che era stata concepita come una prova per Gesù divenne una prova per gli accusatori quando Gesù disse: “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei”. La legge di Dio non è uno strumento per giudicare gli altri, ma uno specchio che rivela la realtà della propria vita.
Molti si ricordano la prima parte di quello che disse Gesù: “Neppure io ti condanno”, ma non la seconda: “Va’ e da ora in poi non peccare più”. Il perdono è legato al ravvedimento.
Il peccato non è qualcosa che riguarda soltanto gli altri, ma in prima persona noi e il nostro rapporto con Dio. Impariamo a chiedere perdono e a cambiare vita. E poi a desiderare questo per tutti gli altri intorno a noi.