Lunedì 22 novembre 2021
Abraamo alzò gli occhi, guardò, ed ecco dietro a sé un montone, impigliato per le corna in un cespuglio. Abraamo andò, prese il montone e l'offerse in olocausto invece di suo figlio [Genesi 22:13]
UNA SOSTITUZIONE PROVVIDENZIALE
Abraamo aveva atteso per decenni questo figlio, dal quale avrebbe avuto origine la discendenza promessa. Ma la richiesta di Dio, di offrirlo in olocausto, parve vanificare ogni speranza. Su quel monte, un’oscura nube si abbatté su Abraamo, rischiando di infrangere più dei suoi sogni: la sua stessa fede. Se avesse permesso ai dubbi di prevalere, non avrebbe ubbidito fino in fondo, ma diede prova di una fede incrollabile. Credeva che Dio glielo avrebbe restituito attraverso una prodigiosa risurrezione. Mentre stava per colpire il figlio, una voce dal cielo lo fermò e in quel frangente alzando gli occhi vide un montone impigliato e pronto a prendere il posto di suo figlio.
Quest’esperienza, per certi versi terribile, sugellò profondamente l’amicizia con il Signore. Nei piani di Dio Isacco non doveva morire, ma vivere, in quanto un altro avrebbe preso il posto suo e tutta la sua discendenza doveva conoscere il piano d’amore di Dio. Non teniamo gli occhi abbassati sulle infauste circostanze della vita, che dissolvono le speranze. Alziamoli invece all’opera di salvezza di Gesù, che ha preso il posto nostro portando sulla croce tutti i nostri peccati ed ogni nostro peso.