IL GRIDO FILIALE
“E perché siete figli, Dio ha mandato lo Spirito del Figlio suo nei nostri cuori, che grida: «Abbà, Padre»” (Galati 4:6)
È questa l’esclamazione vittoriosa più spontanea della fede cristiana, animata niente meno che dallo Spirito dell’Unigenito di Dio.
È il grido della preghiera che fa liberare dai pesi, azzittendo qualsiasi colpevolizzante sussurro che vuole imbavagliare i redenti. Lo Spirito fa volgere a Dio non facendolo apparire estraneo e ostile, bensì paternamente disposto a perdonarci e purificarci, a guidarci e sostenerci.
È il grido della riconoscenza, di chi non può tacere dinanzi alle innumerevoli manifestazioni benefiche della grazia divina, sebbene tante volte la cura dettagliata del Signore lasci senza parole.
È il grido della testimonianza, di chi non si vergogna di palesare dinanzi al mondo la propria intima relazione con il Creatore dell’universo, spiegando come ha potuto realizzare l’adozione a figlio suo.
Tanti cercano di stabilire quale sia il nome proprio di Dio o quello più consono per rivolgersi a Lui nelle diverse situazioni.
L’Evangelo dichiara che non serve essere teologi o conoscere l’aramaico antico per avere diretta comunione con l’Eterno. È necessario nascere di nuovo, dall’alto e non per sforzi religiosi umani. Allora verrà del tutto naturale chiamare Dio “Padre” ovunque ed in ogni tempo.
Sia questa anche la tua realtà spirituale!
Buona settimana con il Signore.
Alessandro Cravana