Venerdì 4 marzo 2022
Ma io vi dico: amate i vostri nemici, benedite coloro che vi maledicono, fate del bene a quelli che vi odiano, pregate per quelli che vi maltrattano e che vi perseguitano [Matteo 5:44]
PREGARE E AMARE
L’insegnamento rabbinico più comune affermava: “Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico”. Suonava più semplice e più realista da poter osservare.
L’esortazione di Gesù va controcorrente, anzi contro gli istinti naturali. Se chiede qualcosa di difficile, però, il Signore ci darà le facoltà per adempiere le sue richieste. Possiamo pregare perché Dio ama noi, perché Lui ci accoglie, ci benedice e ci fa del bene immeritato.
Perciò i suoi imperativi qui partono dal frutto, cioè amare, per risalire alla radice, cioè pregare. Se davvero preghi per qualcuno, per l’azione divina in te non riuscirai ad odiarlo.
Mentre continui a pregare, ti ritroverai a volere il bene di quella persona, a fargli del bene. Gesù è più realista di qualunque maestro; non ci dice che bisogna amare idealmente tutto. L’amore al quale ci chiama non è un sentimento passivo che asseconda il male, bensì la forza vittoriosa che gli toglie spazio, che impedisce alla malvagità di diffondersi. Se chiede di benedire, non incoraggia ad approvare il male, ma di pregare affinché quelli che lo commettono siano oggetto della misericordia di Dio e si ravvedano: dunque di procacciare il bene più vitale e concreto delle anime.