Sabato 22 marzo 2025
E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così è necessario che Figlio dell’uomo sia innalzato [Giovanni 3:14]
IL SERPENTE DI RAME
Gesù stava spiegando ad un religioso del suo tempo, di nome Nicodemo, in che modo il Figlio dell’uomo sarebbe dovuto morire per redimere l’uomo, cioè inchiodato sulla croce.
Parlando di Sé stesso, Gesù spiega cita un episodio molto significativo della storia d’Israele. Mentre attraversava il deserto, il popolo fu aggredito e morso da serpenti velenosi conseguentemente al loro peccato contro Dio e contro Mosè, che il Signore mandò per liberarli.
In quella occasione, mentre molti israeliti morirono, Dio disse a Mosè di formare un serpente di rame e metterlo ben visibile su un’asta elevata. Così, chiunque, morso dai serpenti velenosi, guardava a quel serpente forgiato da Mosè non sarebbe morto.
Ancora oggi, questo è il cuore dell’Evangelo: se l’uomo peccatore, per fede alza lo sguardo e crede in Gesù “innalzato” sulla croce, non muore per i morsi avvelenati del peccato e del male. Perché chiunque riconosce la necessità di una perfetta redenzione spirituale per la propria anima e crede in Cristo, non rimane sotto la condanna mortale, ma riceve in dono la vita eterna.