“Allora Mosè tornò dall’Eterno, e disse: «Signore, perché hai fatto del male a questo popolo? Perché dunque mi hai mandato?»” (Esodo 5:22)

Mosè ha creduto che il Signore vuole e può liberare le tribù d’Israele dalla schiavitù di Egitto. Perciò, pieno di speranze, andò da Faraone dicendogli di lasciare partire il popolo di Dio. La risposta di Faraone fu però negativa, anzi gli ebrei si ritrovarono a dover lavorare con minor sostegno e maggiore preoccupazione. Quando abbiamo messo il cuore sulle promesse divine e poi le cose prendono una piega diversa da quanto ci aspettavamo, è difficile soffocare la delusione. Questa ci afferra e vorrebbe soffocare la nostra anima, togliere vitalità alla nostra fede. Dubitare della nostra chiamata nel fallimento è spesso la reazione più facile ed istintiva, ma non è certo quella risolutiva.
Parliamone con il Signore, poniamo a Lui i nostri interrogativi andando oltre lo sfogo. Diciamogli tutto quello che abbiamo in cuore, ma lasciamo che anche Dio dica tutto a noi. Chiediamo di mandare altri al posto nostro solo dopo aver ascoltato Dio. Impariamo a gestire i fallimenti permettendo a Dio di gestire le nostre amarezze e di dirigere la nostra vita. Riceveremo pace e consolazione.

Buona settimana con il Signore.

Alessandro Cravana