POTENZA D’ASCOLTO
“Nella mia angoscia invocai il Signore, gridai al mio Dio. Egli udì la mia voce dal suo tempio, il mio grido giunse a lui, ai suoi orecchi” (Salmo 18:6)
Questa testimonianza va oltre la risposta divina alla preghiera, che produce sempre degli effetti, ma si incentra sulla capacità di ascolto propria del Signore. Il salmista è cosciente che l’efficacia del suo grido non è stata dovuta alla forza sonora della voce umana, bensì al potente orecchio del Signore, che capta l’espressione della fede pure nei sospiri più deboli dell’anima angosciata. L’angoscia è lo stato d’animo di chi si sente senza via d’uscita e privo di orizzonti, senza parole e senza possibilità di reagire all’avversità. Eppure, mentre tutto era chiuso intorno a lui, il salmista non ha pensato di chiudere anche il suo cuore e non si è aperto a rimedi insani. Ha invece invocato Dio confidando nella sua potenza d’ascolto. Il re Davide sa che il Signore, sebbene è onnipresente, ascolta la preghiera dal trono del suo tempio, non restando distante da noi, ma chiamandoci così ad avvicinarci alla sua santità. Tale condizione di progressiva comunione ci permette di parlare con il nostro Dio, sempre più, piuttosto che alzare grida nelle distrette restando però lontani dalla sua presenza. Gesù c’insegna che la nostra preghiera giunge nella dimora del Signore quando le sue parole dimorano nel nostro cuore e sono ascoltate nella vita quotidiana. Questa rimane la mirabile potenza risolutiva della preghiera! In qualsiasi luogo o circostanza veniamo a trovarci e al di là di quel che sapremo esprimere, Dio può ascoltarci, può capirci, consolarci smuovendo le situazioni più statiche e pesanti.
Buona settimana con il Signore.
Alessandro Cravana