Martedì 22 novembre 2022
Pietro dunque era custodito nella prigione; ma fervide preghiere a Dio erano fatte per lui dalla chiesa [Atti 12:5]
FERVIDE PREGHIERE
Pietro è stato imprigionato da Erode subito dopo aver ucciso l’apostolo Giacomo e vedendo che il suo operato era gradito ai Giudei, imprigionò Pietro con l’intento di farlo morire. La chiesa di Gerusalemme, allora, si riunì in casa di Maria, madre di Marco, per pregare. Una riunione di preghiera che ci deve far riflettere. La loro preghiera fu innanzitutto fervente. Pregare fervidamente significa farlo calorosamente, con una partecipazione sincera ed essendo animati da una forte passione e da un sentimento intenso. Amavano Pietro e pregavano con tutto sé stessi. Possa Dio darci grazia di imitare quel modo di pregare. La loro preghiera era gioiosa di quella gioia che aveva Rode, la serva di casa, la quale quando il Signore liberò Pietro “per la gioia non aprì la porta, ma corse dentro ad annunciare che Pietro stava davanti alla porta”. Poniamo con gioia le nostre richieste ai piedi del Signore e facciamolo con fede. Non la stessa fede degli altri partecipanti a quella riunione, i quali erano convinti che Rode era pazza o avesse visto un “fantasma”. Quando preghiamo facciamolo credendo di aver già ottenuto ciò che abbiamo chiesto. Dio è l’onnipotente e nulla gli è impedito.