Lunedì 24 luglio 2023
Poi, la mattina, mentre era ancora notte, Gesù si alzò, uscì e se ne andò in un luogo deserto; e là pregava [Marco 1:35]
PREGARE IN SOLITUDINE
Non è l’unica volta che i Vangeli raccontano di Gesù che pregava in solitudine. È forse uno degli aspetti meno conosciuti del Signore, il quale viene ricordato maggiormente per la Sua potenza nell’operare miracoli tra gli ammalati e i sofferenti o per la sapienza con la quale insegnava la Parola prima di moltiplicare i pani e i pesci per le folle affamate. Ma per quanto fosse solerte nell’adempimento della Sua missione terrena, Gesù amava stare da solo in comunione con il Padre per pregare: “Dopo aver congedato la folla, si ritirò in disparte sul monte a pregare. E, venuta la sera, se ne stava lassù tutto solo” (Matteo 14:23).
Durante i Suoi anni di ministerio terreno, Gesù ebbe la necessità di stare in comunione intima con il Padre e i Suoi discepoli lo sapevano bene. Essi erano sicuri di trovarlo in comunione con Dio quando non era tra loro, conoscevano la Sua necessità di ritirarsi in preghiera e ne appresero l’esempio.
Anche noi, in questa vita frenetica, possiamo ricevere l’immenso beneficio che deriva da un tempo riservato esclusivamente alla preghiera, in solitudine, alla presenza di Dio.