Difficile ... ma possibile con il Signore
“Ma io vi dico: amate i vostri nemici, benedite coloro che vi maledicono, fate del bene a quelli che vi odiano, pregate per quelli che vi maltrattano e che vi perseguitano” (Matteo 5:44)
Circolavano altre opinioni sull’argomento. Interpretando la Legge di Mosè, l’insegnamento rabbinico più comune e condiviso affermava: “Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico”. Suonava più semplice e risultava più realista da poter osservare. L’esortazione di Gesù va controcorrente, anzi contro gli istinti naturali e i nostri stessi diritti.
Ma quando ci chiede qualcosa di difficile, il Signore ci darà le facoltà per adempiere le sue richieste. Possiamo pregare perché Dio ama noi, perché Lui ci accoglie, ci benedice e ci fa del bene immeritato. Perciò i suoi imperativi qui partono dal frutto, cioè amare, per giungere alla radice, cioè pregare. Cristo opera partendo da quanto è nascosto allo sguardo: dal cuore. Egli non inizia dal creato, ma da cuore delle creature.
Pregare fa sviluppare anticorpi contro il virus dell’odio. Se davvero preghi per qualcuno, in virtù dell’azione divina non riuscirai ad odiarlo.
Mentre continui a pregare, ti ritroverai a volere il bene di quella persona, a fargli del bene. Attenzione: Gesù non ci dice che bisogna amare idealmente tutto. L’amore al quale ci chiama non è un sentimento passivo che asseconda il male, bensì la forza vittoriosa che gli toglie spazio, che impedisce alla malvagità di diffondersi.
Se chiede di benedire, non incoraggia ad approvare il male, ma a pregare affinché quelli che lo commettono siano oggetto della misericordia di Dio e si ravvedano: dunque di procacciare il bene più vitale delle anime.
È questo il progetto divino di un mondo diverso, rinnovato, senza discordia né inimicizie, dove i redenti somigliano al Redentore. Impresa non poco difficile. Ma quello che è difficile, anzi impossibile agli uomini, è sempre possibile al Signore!
Buona settimana con il Signore.
Alessandro Cravana