Mercoledì 25 ottobre 2023
Poi prese in mano il suo bastone, si scelse nel torrente cinque pietre ben lisce, le pose nella sacchetta da pastore, che gli serviva da bisaccia, e con la fionda in mano si diresse verso il Filisteo [I Samuele 17:40]
DAVIDE AVANZÒ
Davide su quel campo di battaglia non doveva starci. Era giovane, non aveva ancora l’età per andare in guerra e ci si trovò per “caso”, per quei “casi” che soltanto il Signore realizza nella nostra vita.
Da più di quaranta giorni tutto l’esercito d’Israele era terrorizzato dal gigante Goliat. Davide, inviato dal padre per vedere come stavano i suoi tre fratelli, e per portare loro dei viveri di conforto, si propose per andare ad affrontare il gigante. E quando si ritrovò a faccia a faccia con Goliat, a differenza degli altri, avanzò e non indietreggiò.
Per tutto quel tempo gli israeliti si svegliavano la mattina, si dirigevano verso la linea del fronte, ma alla vista di Goliat fuggivano impauriti. Davide invece non indietreggiò, ma avanzò non perché fosse uno spaccone, ma perché era guidato dal Signore. Egli avanzò ed era armato di un bastone, cinque pietre, una bisaccia e una fionda. Armi ridicole, umanamente parlando, ma efficaci se guidate dalla potente mano del nostro Dio. Armi assurde per il mondo, ma adeguate per il Signore. Davide avanzò e lo fece nel nome dell’Eterno degli eserciti, nel nome di Colui che deve accompagnare anche tutta la nostra vita.