Sabato 30 ottobre 2021
Ma il pubblicano si batteva il petto, dicendo: O Dio, abbi pietà di me, peccatore! [Luca 18:13]
PERDUTO E SALVATO
L’evangelista D. L. Moody un giorno predicò la Parola di Dio ai detenuti di un carcere. Dopo il sermone, si fermò a parlare con alcuni di loro. A ognuno chiese il motivo per il quale si trovasse in prigione. Le risposte furono: “Non merito di essere qui”. “Non ho fatto nulla di male”. “È stato un errore giudiziario”, etc. Nessuno ammise di essere colpevole. Alla fine Moody vide un uomo con il viso tra le mani. “Perché piangi?”, chiese. Il detenuto rispose: “I miei peccati sono un peso insopportabile”. Sollevato nel trovare almeno una persona che riconosceva la propria colpa e il bisogno di essere perdonata, Moody esclamò: “Grazie a Dio!” e guidò quell’uomo a ricevere Cristo come Salvatore, confessando i propri peccati.
In questo episodio abbiamo un’immagine dei due atteggiamenti di cui parlò Gesù nella parabola del pubblicano e del fariseo. Fin quando il peccatore si dichiara innocente, negando il proprio peccato, non potrà ricevere il dono della salvezza. Soltanto quando egli riconosce la propria colpa ed esclama: “O Dio abbi pietà di me, peccatore!”, viene perdonato. Per essere trovato e salvato da Gesù devi necessariamente riconoscere di essere perduto.