Passo di riferimento: Giosuè 14:6-14; 15:13-20
La riunione di questo sabato ci racconta di un uomo, Caleb, e di alcuni membri della sua famiglia. Caleb era stato uno dei pochi israeliti ad aver incoraggiato il popolo ad entrare nella terra di Canaan nonostante i giganti che ne ostacolavano la conquista. Caleb è manifestazione del coraggio che viene dal seguire pienamente il Signore, e lo ritroviamo in questo passo che, dopo 40 anni, ricordava la promessa che il Signore gli aveva rivolto di ereditare il territorio di Ebron.
Caleb aveva avuto il coraggio di restare integro contro una generazione intera che si era sviata nel deserto, e che aveva rinnegato il Signore per adorare altri dei. La parola coraggio significa etimologicamente proprio “avere a cuore”, e Caleb aveva avuto a cuore l’opera che il Signore aveva in mente di compiere in favore del Suo popolo. Questo rapporto intimo con Dio aveva prodotto in lui una fede stabile ed un fervido zelo, che non si erano svigoriti nei 40 anni che lo avevano separato dal compimento della promessa ricevuta.
Nella Bibbia altri uomini coraggiosi hanno realizzato grandi benedizioni e vittorie senza precedenti: possiamo pensare a Davide, l’uomo “secondo il cuore di Dio”, a Giobbe e tanti altri. Nella storia di Caleb incontriamo anche il coraggio di Otniel, che prese una forte posizione nel conquistare la città fortificata di Chiriat-Sefer, e di Acsa, che ebbe il coraggio di chiedere a Caleb delle sorgenti d’acqua.
Il coraggio di restare saldi in queste promessa non viene trasmesso geneticamente ma, come è stato per questi uomini e donne, è il frutto di una profonda relazione di comunione con Dio ed un desiderio di seguirLo pienamente. Come Caleb, Otniel ed Acsa siamo invitati ad amare Dio ed avere a cuore l’opera di salvezza e di cura che Egli ha promesso di realizzare nella nostra vita. Non vergognarti di prendere anche tu posizione per le cose spirituali, Dio ti benedica!