Passo di riferimento Ebrei 12:1-3
La vita quotidiana, i tanti impegni ci portano ad essere oggi affannati , corriamo da una parte all’altra e senza rendercene conto non diamo più valore al tempo, alle persone, a quello che stiamo vivendo.
Considerate…non vi stancate perdendovi d'animo! (Ebrei 12:3). L’autore agli Ebrei ci invita a considerare, di fermarci a riflettere. Una malattia oggi molto diffusa tra i giovani soprattutto è la depressione. Ci sono tante persone che non riescono oggi ha vedere un futuro davanti, si prendono pesi che non sono i loro, tanti si perdono d’animo.
Il perdersi d’animo non è soltanto un semplice scoraggiarsi ma è uno scoraggiarsi profondo, che si protrae nel tempo.
Elia si scoraggiò a tal punto che non voleva più vivere nonostante aveva vissuto in passato le benedizioni del Signore. Dio si presenta a lui proprio in quel momento di forte scoraggiamento e cosa fa? Gli ricorda le benedizioni ricevute e, non solo, lo incoraggia a mangiare perché il percorso era ancora lungo, la vita di Elia non era finita lì.
Il Signore ci invita a non perderci d’animo. Quando viviamo scoraggiamenti il Signore non ci vuole passivi ma attivi. Il Signore ci rialza ma anche noi dobbiamo fare dei passi.
Un primo passo fondamentale è deporre ogni peso e ogni peccato che facilmente ci avvolge (Ebrei 12:1). È un’azione che soltanto noi possiamo compiere, noi possiamo decidere se alimentare determinati pensieri, emozioni oppure no. Noi scegliamo se ricercare il nostro rapporto col Signore, dare spazio alla Sua presenza.
Il secondo passo da fare è correre con perseveranza la gara che ci è proposta (Ebrei 12:1), la nostra gara! Correre verso il piano che Dio ha stabilito per noi.
Molte volte siamo tentati a guardare il percorso degli altri ma la corsa è nostra. Correre con dedizione,con perseveranza…con consacrazione. Una corsa fatta di obiettivi possibili, senza strafare, senza perdersi d’animo.
«Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me…poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero» (Matteo 11:28-30).
Ultimo e terzo passo è fissare lo sguardo su Gesù (Ebrei 12:2).
Nei testi originali in greco la parola aphoraō significa fissare. Questa parola a sua volta è costituita da altre due parole: "apho" che significa: lontano da, e "raō" che significa: vedere.
Distogliere lo sguardo dal resto per fissare lo sguardo da Gesù.
Non dobbiamo farci distrarre dalle nostre circostanze. Possiamo essere incoraggiati, andare avanti nel cammino, non veniamo meno se il nostro sguardo è fisso su Gesù, coLui che crea la fede e la rende perfetta.
La nostra fede ci permette di correre la nostra gara con perseveranza e di deporre i nostri pesi e i nostri peccati!
Dio ti benedica!