Passo di riferimento: Salmo 147:1-4
Il cuore è da sempre metaforicamente considerato il luogo che ospita i desideri, il teatro dove si avvicendano le emozioni e si coltivano i sentimenti. Il cuore è l’aspetto più profondo di ogni essere umano, ed anche il più sensibile agli eventi che toccano da vicino la nostra vita, nel bene e nel male.
Come accade al corpo fisico, anche il nostro cuore può essere ferito in diversi modi: delusioni, sentimenti non corrisposti, speranze sfumate nel tempo o eventi negativi del passato che ci hanno segnato in maniera indelebile.
Quando ciò accade è molto diverso dalle comuni ferite, che rimarginano con il tempo o con il riposo. Le ferite del cuore sono infatti latenti, subdole, e anche se proviamo a nasconderle o dimenticarle influenzeranno il nostro modo di essere, di reagire e, soprattutto, il nostro rapporto con la comunità e con Dio.
Il Signore è l’unico che, meglio di noi stessi, sa scandagliare il nostro cuore: Egli conosce e vede quello che stai vivendo o hai attraversato, anche se è passato molto tempo e forse non riesci del tutto a voltare pagina. Dio lo sa, e solo Lui può estirpare definitivamente quelle radici velenose che periodicamente si ripresentano, prima che producano una definitiva rottura.
Perciò, ci ricorda che Egli “guarisce chi ha il cuore spezzato e fascia le loro piaghe”(v.3).
Se ti trovi a vivere questa situazione vai a Gesù, il medico dell’anima per eccellenza, che è morto per guarire le nostre ferite e ricostruire i cuori spezzati, per vivere una rinnovata relazione con il Signore, libera dai legami con il passato.
Dio ti benedica!