Le incisioni sulla pelle

Marchiare il proprio corpo, per renderlo più originale ed attraente, è una pratica diffusa. 

 

DALL’ANTICHITÀ AL MONDO MODERNO

Da tempi antichi, incisioni con inchiostri o tatuaggi e teste rasate hanno rappresentato un segno di appartenenza a una tribù o ad una cerchia particolare. 

L’uso di marchiare il corpo è già registrato in Egitto al tempo dei faraoni.

Farsi dei tagli nel periodo del lutto o in battaglia era considerato una manifestazione di rispetto per i defunti ed un espediente per allontanare la malasorte. 

Ciò si diffuse tra i popoli, adoperando punte di ferro, con o senza sostanze colorate.

Tra i Cananei erano segni di aderenza ai loro dèi oltre che delle strategie protese a incutere paura ai nemici e scacciare gli spiriti maligni penetrati nel corpo (I Re 18:28; Ger. 47:5). 

In seguito ciò divenne pure un modo per ostentare la propria virilità, ad esempio tra i marinai, i carcerati o le bande criminali, in spregio delle norme sociali.

Dalla fine degli anni sessanta del XX secolo, le sottoculture hippy hanno lanciato la moda dei tatuaggi quale fenomeno trasversale fra tutti i settori sociali e fra ogni fascia d’età. 

In ascesa da anni è pure il piercing (da “to pierce”: perforare), cioè uno spillo infilzato sulla cute per agganciarvi oggetti metallici. 

Tatuaggi e piercing hanno avuto una vasta diffusione, divenendo una forma alternativa di abbigliamento e bigiotteria “cutanea”. 

 

I MONITI NELL’ANTICO PATTO

Agli Israeliti fu severamente vietato di segnare o tatuare il proprio corpo (Lev. 19:28). 

La proibizione conclude con l’affermazione: “Io sono il Signore”, ad indicare che questi segni di superstizione erano offensivi verso la stessa natura di Dio, quale Creatore, Signore e Redentore.

Sarebbero stati pesati come atti indelebili di idolatria, perché equivalevano a scolpirsi o dipingersi una statua addosso. 

Il divieto per tutto il popolo è poi specificato per i sacerdoti nel servizio rituale: questo era reso al Dio vivente e vero e non doveva essere rappresentato con i segni della morte (Lev. 21:5-6).

L’ordine divino è infine esteso ad ogni generazione (Deut. 14:1-2; Ger. 16:6).

 

L’ETICA CRISTIANA

Cosa spinge molti oggi a marchiare il proprio corpo in modo permanente secondo l’usanza pagana? 

Molti ricorrono ai tatuaggi e ai piercing per affermare la propria identità o originalità, per seguire le mode, per rivendicare il diritto di fare quello che vogliono con il proprio corpo. 

Sostanzialmente, ci si imprime segni sulla pelle per celebrare ed esibire il proprio corpo, per impressionare o sedurre gli altri. 

Cosa vi è in tutto questo dello spirito di Cristo? Esattamente nulla! (Rom. 12:1-2).

Il Nuovo Testamento conferma che con il riscatto della nostra anima, anche il corpo appartiene a Dio (I Cor. 6:19-20; Rom. 6:12-13). Questa universale e immutabile verità deve improntare tutto ciò che facciamo con il nostro corpo alla sobrietà e al decoro (I Cor. 10:23, 31; I Tess. 4:4-5).

Bisogna tuttavia chiarire che quanti si sono tatuati prima di convertirsi a Cristo e ora non hanno mezzi per cancellarli, non vivono nella condanna divina, né sono impediti nel servire il Signore. 

 

I RISCHI PER LA SALUTE  

Il Tatuaggio ad ago, la forma più conosciuta, con cui si introduce dell’inchiostro nella pelle, può essere permanente o temporaneo.

Il tatuaggio occidentale è eseguito tramite un apparecchio elettrico che ha degli aghi fissati in numero vario a seconda dell’effetto desiderato; il movimento della macchinetta permette l’entrata degli aghi nella pelle, i quali depositano la miscela del pigmento nel derma per formare un disegno.

Per quanto il ricorso ad esperti che operano in ambienti igienicamente adatti ed utilizzano strumenti monouso, preserva da inevitabili contaminazioni, non esiste la pratica a rischio zero. 

Nella sua forma più diffusa, la tecnica consiste nell’incidere la pelle ritardandone la cicatrizzazione con sostanze particolari o nell’eseguire punture con sostanze coloranti nelle ferite. 

Le sostanze più usate: il cinabro (per il rosso), il cromossido (per il verde) e il cobalto (per il blu), 

possono causare allergie, effetti collaterali lievi o gravi a seconda dello stato di salute del soggetto. Esiste il rischio di contrarre infezioni fra cui l’epatite B e C, il tetano, la lebbra e le infezioni cutanee da stafilococco.

Il piercing giovanile sta diventando un problema di pubblica Sanità mondiale, soprattutto per le allergie da contatto permanente ai metalli inseriti nella cute.

Un sondaggio mostra che il 20 per cento di quanti praticano il piercing ha bisogno di intervento medico; soprattutto per infezioni che richiedono trattamenti con antibiotici, talora un drenaggio. 

I problemi maggiori si hanno con l’ombelico, zona più esposta ai batteri, dove l’infezione può richiedere parecchi mesi per guarire.

 

OSCURE IMPLICAZIONI 

Si può osservare come attraverso il “Body Art” (la decorazione del corpo), le persone vengono attirate ad una filosofia di vita che mira a modificarne prima il corpo, ma poi anche la mente, richiamandole verso antiche credenze tribali politeiste, prive del senso del peccato e di speranza celeste, che esaltano le forze della natura e le facoltà delle creature. 

Con certe pratiche vi si aderisce, anche inconsciamente, senza necessità di esercitare una fede personale o compiere un rito. Esse rappresentano una sorta di atto di iniziazione, per appartenere a una persona, a una energia, a una verità o a un ideale. 

NOTA: ecco una dichiarazione emblematica, resa da Aaron Steele, nel testo “Piercing e Tattoo” (pag. 97): “Il tatuaggio è un atto atavico, antico quanto i motivi tribali che oggi tatuiamo. Da essi promana qualcosa di potente e misterioso: il tatuaggio tribale ci riporta con la mente alla forza della natura e a una spiritualità profonda”. 

Nel libro di Steele sono indicati i molti motivi del Body Art; sintetizziamone di seguito alcuni.

“Per garantirsi un passaggio attraverso le difficili fasi di transizione della vita. Per incutere paura al nemico sul campo di battaglia. Per acquisire caratteristiche speciali quando si pregano gli dèi o gli antenati. Per guadagnare rispetto da parte della comunità. Per prevenire malattie o influssi negativi. Per propiziare gli spiriti benigni al momento della morte. Per assicurarsi un posto in Paradiso”. 

Il libro “Modern Primitives” (Moderni Primitivi), pubblicato in Italia con il titolo “Tatuaggi Corpo Spirito” è considerato il testo basilare nel campo dei tatuaggi e dei piercing. 

Nell’introduzione, Ivo Quartiroli, curatore dell’edizione italiana scrive: “La metamorfosi della società dovuta a eventi tipicamente astrologici consiste in un ritorno degli antichi fantasmi della cultura tribale pagana, concretizzati nella moda dei tatuaggi e del piercing. La cultura tribale pagana e il mondo antico greco hanno sempre riconosciuto diversi dèi invece di un dio unico”. 

 

In conclusione …

Lo scopo satanico rimane quello deturpare e sfregiare l’opera più cara a Dio: l’uomo fatto a immagine del Dio invisibile. Non collaboriamo a nulla di ciò! (II Cor. 6:15-16; Efes. 5:8-11).

Chi ha impresso il nome di Cristo in sé ha ben altro da testimoniare alla vista altrui (Efes. 1:13-14).

                                                                                                                                      

Alessandro Cravana

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