Il termine anglosassone Halloween deriva dall’espressione “All Hallows’ Eve”, ovvero “Vigilia di tutti i santi”, celebrazione stabilita dalla religione cattolica romana nell’anno 840 d.C.
La definizione fu contratta in “Hallows’ Even” ed infine abbreviata in “Halloween”.
LE ORIGINI
Al di là delle tracce linguistiche, le tradizioni legate ad Halloween risalgono a circa 2.000 anni fa.
Gli antichi druidi, indovini e sacerdoti celtici, celebravano il culto di Samhain, principe della morte venerato come divinità all’inizio del nuovo anno, fissato dai Celti al primo giorno di novembre.
Secondo i Celti questa vigilia dell’anno nuovo rappresentava anche un giorno sacro ai morti, poiché si credeva che il 31 ottobre gli spiriti malvagi dei defunti avessero il permesso di tornare sulla Terra e visitare le abitazioni per creare disordine; pertanto, una celebrazione in loro onore mirava ad ammansirli e renderli inoffensivi.
Questo periodo, considerato magico, era pure occasione di riti propiziatori per la fortuna, le nozze e la morte. Ciò spiega perché Halloween è rimasto sinonimo di “notte stregata”, popolata da tutti gli spiriti immaginabili.
Dopo che l’impero romano sottomise i Celti e in Europa si diffuse il cristianesimo, la chiesa romana incorporò gradualmente nella tradizione cristiana queste feste celtiche, cercando di spogliarle del loro aspetto pagano. Così, nel settimo secolo, si trasferì da maggio al primo di novembre il giorno d’Ognissanti, quale festa che onorava il martirio dei primi cristiani.
Inoltre furono assegnati nuovi significati “cristiani” a molti simboli associati al culto di Samhain, come la pratica di lasciare offerte di cibo e bevande a persone mascherate o l’accensione di roghi.
Nel decimo secolo d.C. la celebrazione del giorno di “tutti i santi”, in autunno, si era ormai consolidata e, come ai giorni nostri, non onorava più soltanto i primi santi cristiani, ma tutti i morti, ritrovando così l’associazione con le pratiche celtiche.
Non a caso, il giorno d’Ognissanti precede immediatamente il giorno dei morti.
In epoca medievale era ancora radicata la credenza popolare secondo cui nella notte d’Ognissanti si vedessero volteggiare folletti, fate e streghe, contro i quali si accendevano grandi fuochi.
DALLE TRADIZIONI ALLE USANZE MODERNE
La festa di Halloween fu introdotta negli Stati Uniti, dai primi immigrati irlandesi e scozzesi, all’inizio del 1800, quando si era già trasformata in un’allegra celebrazione del raccolto, una notte per mangiare i prodotti della terra e raccontare storie di fantasmi attorno ad un falò.
All’inizio del diciannovesimo secolo, i più giovani cominciarono ad andare di porta in porta per giocare a “scherzetto o dolcetto” (“trich or treat”), frase che risuona un po’ come una minaccia, simile alla nostrana “o la borsa o la vita”.
Halloween diventava così anche sinonimo di vandalismo, con dispettosi atti distruttivi dei beni altrui e di crudeltà verso persone ed animali.
Oggi negli U.S.A. e altrove, la notte di Halloween alcuni ragazzi vanno in giro indossando maschere, costumi macabri e bussando alle case chiedono un dolce o delle monete; se non ricevono nulla fanno qualche scherzo di cattivo gusto, danneggiando le abitazioni, le automobili o altre cose.
Anche adulti partecipano alla festa, indossando abiti bizzarri e grotteschi.
LE IMPLICAZIONI SPIRITISTICHE
L’intaglio di volti spaventosi si ricollega al mito pagano delle anime bloccate nel soggiorno dei morti. In Irlanda e Scozia si intaglia la rapa, mentre gli immigrati in Nord America hanno usato la zucca, perché disponibile in quantità molto elevate e più facile da intagliare.
Così’, quel che oggi più simbolizza Halloween è una zucca svuotata della polpa ed intagliata in modo da ricordare un volto demoniaco. Questa si espone, con dentro la fioca luce di una candela, sui davanzali delle finestre con la qualifica di “scaccia-spiriti”.
Avvicinandosi il 31 ottobre, fruttivendoli e commercianti riforniscono i loro banchi di zucche, che espongono per la vendita. La zucca potrà essere cesellata opportunamente dall’acquirente e infine richiamare la sagoma di un volto che schernisce, di una faccia irridente e minacciosa.
Tale uso risale alla leggenda di Stingy Jack, un fabbro avaro e ubriacone che vendette la sua anima al diavolo per pagare i suoi debiti di gioco.
Al di là dei vari aspetti folcloristici, un aspetto inquietante di questa festa è la sua comprovata correlazione con la stregoneria ed il satanismo. Infatti, la vigilia d’Ognissanti è il quarto dei grandi appuntamenti sabbatici trimestrali celebrati dagli adoratori del diavolo, con orge e sacrifici animali, talvolta pure umani.
Per molti Halloween corrisponde con una sorta di “Sabba”, un convegno di stregoneria nel quale si ritiene che il diavolo intervenga sotto le forme più sorprendenti, attraverso rituali neopagani.
Questa ricorrenza, in ultima analisi, propaganda i contenuti del mondo delle tenebre e della magia, spingendo le persone, specie i più giovani, a familiarizzare con le forze del satanismo, nell’illusione che esse possano essere manipolate per il proprio tornaconto.
IL MONITO BIBLICO
L’Evangelo dichiara espressamente che “il mistero dell’empietà”, ovvero la preparazione del distruttivo regno dell’anticristo, è già ampiamente all’opera nel mondo con ogni contenuto e in varie forme (II Tessalonicesi 2:7).
Halloween è uno dei tanti subdoli modi per diffondere la preparazione di questo regno di morte, inducendo gli uomini ad avvicinarsi senza inibizioni alla realtà delle tenebre, a fare familiarizzare i loro bambini con l’occultismo, presentato sotto aspetti “culturali” e giocosi (Colossesi 2:8).
Il Signore sa molto bene che il diavolo getta il suo amo lontano con un filo invisibile, che poi avvolge lentamente conducendo verso sé. Perciò la Parola di Dio vuole preservare da ogni esca e da ogni ambiguità, chiamando tutti a tenersi lontani da quanto ha legami con lo spiritismo (Levitico 19:31; II Corinzi 2:11; Galati 5:19-21).
Invece di riciclare e trasmettere idee ed usanze che istigano alla dissacrazione, infondendo insane paure ed insani sentimenti, bisogna promuovere i valori spirituali e morali che formano la fede cristiana e la edificano nella luce del Dio vivente e vero (Isaia 8:19, 20; Romani 13:12-14).
Chi è stato illuminato dalla Parola del Signore e profondamente trasformato dalla grazia divina si ritira da ogni forma di partecipazione a tutte le opere malvagie e infruttuose, denunciando piuttosto le astuzie sataniche per il bene di quanti vivono nell’oscurità spirituale (Efesini 5:3, 4, 11-13).
Alessandro Cravana