Testo biblico di riferimento: I Timoteo 6: 11-16; Ebrei 12: 1-3
In questi due passi si parla di un combattimento: non una lotta fra esseri umani, ma come la Bibbia stessa afferma, un combattimento contro le forze nemiche che vogliono allontanarci dalla mano del Signore.
Parlo proprio di quella voce che, davanti a delle particolari circostanze o quando vuoi aprire di più il tuo cuore al Signore, vuole buttarti giù dicendoti che non ce la farai, che hai capito male, che le benedizioni del Signore sono troppo in alto e potremmo andare avanti così all’infinito.
Dio non ignora questa realtà, la conosce molto bene ed Egli stesso ha mandato a morire suo Figlio perché non fossimo soli in questa battaglia, ma potessimo ottenere la vittoria per mezzo non delle nostre strategie belliche ma solo per il sangue di Gesù che ci salva e risolleva da ogni caduta.
Per poter correre bene una maratona fino alla fine è necessario sbarazzarsi di tutte quelle cose che possono essere un peso o intralciare la corsa. A questo proposito l’apostolo Paolo scrive: “deponiamo ogni peso e il peccato che così facilmente ci avvolge, e corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta”. (Eb 12:1)
Non ti abbattere se qualche volta ti senti inadatto o senza forze, il nostro impegno come figli di Dio è di perseverare vigilando che il peccato non si avvolga come un laccio ai nostri piedi e non ci sia d’inciampo. Siamo uomini, quando dovesse accadere di venir meno, qualcuno potrebbe accusarti o persino ridere di te, ma tu rialzati e prosegui per fede “fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta” (Eb 12:2).
Dio di benedica!